Bologna, 11 dicembre 2012 - FACCIA A FACCIA con la ladra. Poi chiusa in camera mentre una persona sconosciuta si aggira per la casa rovistando nei cassetti. L’assedio della criminalità non è solo un modo di dire, ma l’esperienza reale e choccante toccata ieri a una diciannovenne in un’abitazione di via Marzabotto, zona Saffi. L’episodio è avvenuto attorno alle 13 in un appartamento all’ultimo piano di un condominio e la ragazza ha dato l’allarme ai propri genitori mentre era ancora asserragliata in una stanza, con gli intrusi che si aggiravano dietro la porta. I familiari hanno chiamato il 113, ma all’arrivo degli agenti delle ‘volanti’ la ladra e i suoi complici si erano già volatilizzati, dopo avere arraffato gioielli da un mobile.

LA RAGAZZA, molto scossa, non vuole parlare di quei lunghissimi minuti vissuti da prigioniera in casa propria. È la mamma a spiegare tutta la rabbia e l’impotenza provate di fronte alla sfrontatezza dei criminali, che non hanno desistito dal furto nemmeno dopo avere scoperto che c’era qualcuno nell’appartamento. «Mia figlia era in bagno quando ha sentito un ‘busso’ — racconta la donna —. Il cancello e la porta blindata erano chiusi ma senza mandate. Non ho idea di come abbiano aperto. Quando ha sentito i rumori, lei ha fatto per uscire e si è sentita tirare la porta dall’altra parte». La diciannovenne, atterrita, ha cercato il modo di uscire da quell’incubo. «È venuta fuori dal bagno per scappare, ma ha visto che sulla porta c’era un’altra donna che le sbarrava la strada, e forse c’era anche qualcun altro sulle scale che faceva il palo — prosegue la mamma —. Allora è uscita di corsa in terrazza e lì è stata chiusa fuori. È riuscita ad allungare un braccio da una finestra aperta per recuperare la chiave e liberarsi. Quindi ha preso il telefono e si è rifugiata in camera per chiamare aiuto».

IN QUEGLI interminabili istanti la diciannovenne ha incrociato in casa la ladra, descritta come una trentenne, di carnagione chiara, con lunghi capelli crespi e un giubbotto bianco. «Mia figlia se l’è trovata di fronte e si è messa a urlare — continua la padrona di casa —, e anche lei ha urlato, mostrando le mani, sulle quali indossava grossi guanti da forno per non lasciare impronte. Hanno aperto un solo cassetto, quello dove avevo i preziosi di famiglia. Per non togliersi i guanti ha arraffato alcuni orecchini come capitava, spaiandoli». Subire un furto in casa è un’esperienza comune a molti bolognesi, ma trovarsi faccia a faccia con chi lo sta commettendo è un colpo ancora peggiore. «Una ventina di giorni fa il nostro dirimpettaio ha trovato la sua porta blindata tutta graffiata — ricorda la donna —, ma da lui non erano riusciti a entrare».

di Enrico Barbetti