Bologna, 7 gennaio 2013 - Il legame tra Vasco e Giovanni Errani (il fatto cioè che i due fossero fratelli) è «uno spunto di indagine» su cui i pm hanno fatto bene a lavorare, ma alla fine questo spunto «è rimasto tale», non sono cioè sopraggiunti elementi a favore dell'accusa.

 

E' questo il passaggio fondamentale delle motivazioni della sentenza con cui il giudice Bruno Giangiacomo ha mandato assolto l'8 novembre il governatore Vasco Errani. Il caso era quello Terremerse con un milione di finanziamento regionale dato alla coop presieduta proprio da Giovanni Errani. Vasco era accusato di falso ideologico in atto pubblico: secondo la Procura il presidente aveva mentito ai pm per coprire il fratello maggiore. La cooperativa agricola ravennate Terremerse nel 2006 ricevette soldi dalla Regione per costruire una cantina vitivinicola a Imola.

 

Secondo le accuse, quei soldi non dovevano essere erogati perché la cantina non fu completata entro il termine del 31 maggio 2006. In realtà, per gli inquirenti, i lavori terminarono molto dopo, ma Errani senior e altri dirigenti della coop, accusati di truffa, avrebbero alterato le carte riuscendo a far risultare finita e operativa la cantina anche se non lo era. Al centro delle contestazioni una relazione scitta da dirigenti regionali e inviata ai pm per spiegare che era tutto regolare, dopo l'uscita di un articolo de Il Giornale che ricostruiva il caso. Per il gup «il fatto non sussiste».

 

Resta in piedi però la 'tranche' giudiziaria del fratello di Vasco Errani: per l'ex presidente della coop e altri tre imputati è fissata per l'1 febbraio l'udienza preliminare. Agli atti, riassume il giudice, non risulta nessun intervento di Vasco Errani per condizionare il contenuto della relazione, che fu stilata in un paio di giorni e nella quale non viene ravvisato dolo. Ancora: «Nessuno di coloro che hanno reso dichiarazioni come persone informate sui fatti o come indagati nel corso delle indagini preliminari ha mai attribuito ad Errani un'attività che in qualche modo possa confortare l'ipotesi accusatoria avanzata» e «nessuno di coloro che hanno collaborato alla redazione dell'atto adombra la presenza di Errani che in qualche modo induce al falso». Inoltre per il giudice «Errani non aveva avuto alcun ruolo nel finanziamento operato dalla Regione al fratello, che viene erogato a seguito di una procedura affidata agli organi tecnici». A suo carico resta solo il rapporto familiare: uno «spunto d'indagine», nulla di più.