Bologna, 7 gennaio 2013 - Il 26 maggio a Bologna ci sarà il referendum sui contributi comunali materne private e Virginio Merola, sindaco di Bologna, non pare proprio vedere il sistema misto pubblico-privato come qualcosa a cui bisogna rinunciare.

 

Nell’intervento con cui in Consiglio comunale annuncia la data del referendum, il primo cittadino mette infatti a verbale la cosa “più importante di tutte” per lui: “Noi siamo uno degli esempi più alti in Italia su come vengono gestite le scuole per l’infanzia”, e cioé con l’integrazione pubblico-privato, “un esempio di standard di qualità, e di metodo educativo. Io- prosegue- ho un obiettivo unico, importante e decisivo: far si’ che ogni mattina un papà e una mamma che si svegliano per andare al lavoro sappiano che le scuole di Bologna siano in grado di accogliere i loro bambini. Accogliere e ancora accogliere, perché questo é il vero problema quando la lista di attesa si allunga e la povertà delle risorse aumenta spaventosamente”.

 

Dunque, detta il sindaco, “mantenere alti i nostri standard” e “un metodo condiviso di educazione indipendentemente che le scuole siano comunali, statali o paritarie, é la nostra priorità”. Tutto il resto “sono ossessioni ideologiche che impediscono la cosa più importante, far si’ che in un momento cosi’ difficile i genitori possano essere sicuri che i loro bambini ricevano il massimo delle attenzioni nel massimo rispetto di codici educativi chiari e condivisi. Su questo i miei assessori, e in particolare l’assessore Marilena Pillati, sono in prima linea”. Il Comune “ha fatto molto bene i conti, e i conti dicono che noi mettiamo al primo posto la qualità dell’accoglienza pubblica in tutte le forme in cui il pubblico esercita il suo controllo e la sua regia, uno standard a cui tiene fede da decenni ed é riconosciuto ovunque”.

 

Merola si augura anche che “la partecipazione a questa consultazione” sia la più ampia e responsabile” e assicura che garantirà lo svolgimento del referendum “senza farmi condizionare da nessuna posizione di parte”. La data scelta, aggiunge, “é quella che permette uno svolgimento ordinato delle procedure organizzative e di informazione necessarie per garantire la partecipazione al referendum, che richiede uno sforzo organizzativo ancora una volta al personale comunale per predisporre tutto il necessario perché a fine aprile si apra ufficialmente la campagna referendaria comunale”.
Secco il suo pensiero finale: “Noi siamo il Comune di Bologna, faremo di tutto affinché i nostri bambini abbiano accesso a strutture sempre eccellenti, perché i bambini sono il nostro più prezioso patrimonio. Il resto sono chiacchiere”.