Bologna, 8 gennaio 2013 - IN MALATTIA da inizio ottobre, per circa un mese e mezzo ha trascorso la convalescenza ai Caraibi. Terra di mare e sole, ma anche di fisioterapia per una volta. Si trova lì tuttora; il 19 gennaio, a meno di nuovi colpi di scena, tornerà al lavoro. Il protagonista della vicenda è un dipendente dell’Ausl: la vicenda circola da alcune settimane negli ospedali della provincia e ha provocato, forse, qualche invidia. Perché sembra incredibile, ma, secondo il parere dell’Ausl e di alcuni legali, la fumosa normativa in materia non escluderebbe la possibilità di spostare il domicilio in caso di malattia anche all’estero. Quindi anche in un paradiso terrestre dall’altra parte del mondo. Resta evidente come sia complicato, per l’ente che si deve occupare del controllo (per legge Ausl, Inail o Inps) mandare visite fiscali a Cuba o in Venezuela.

IL CASO è sostanzialmente il primo di questo genere che avviene in una grande azienda pubblica bolognese. Mai prima d’ora una malattia era stata trascorsa oltreoceano, tanto che il caso ha richiesto alcuni approfondimenti. L’Ausl, contattata dal Carlino, riassume così la vicenda: «L’assenza per motivi di salute dell’operatore è stata regolarmente certificata e notificata all’azienda nei tempi e nei modi previsti dalle vigenti norme di legge. Le stesse norme non prevedono restrizioni rispetto al luogo di permanenza nel corso del periodo di inidoneità al lavoro. L’azienda esercita sul caso le sue funzioni ordinarie di controllo, utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalle norme in vigore». Il nodo, che addirittura illustri giuristi non sanno dirimere, riguarda la possibilità di una visita fiscale al di fuori dell’Unione Europea: perché è chiaramente normata la situazione in Italia, è ‘aggirabile’ grazie alle regole europee quella per alcuni Paesi come Francia o Germania, ma non è chiaro quale ente possa incaricare un medico italiano di andare a fare una visita fiscale in un’isola tanto lontana.

IN BALLO non c’è quindi la buona fede e la moralità del paziente (che ha avuto un regolare certificato medico e fatto comunicazione del cambio di domicilio rispetto a quello bolognese), ma un ragionamento su come controllare periodi di malattia in territori tanto lontani. Nel caso specifico, il paziente si è procurato un infortunio a un muscolo della coscia mentre era in casa; pochi giorni dopo, è stato operato all’istituto ortopedico Rizzoli e ha ottenuto un certificato di malattia. Ne è seguito un secondo, per permettere un periodo di fisioterapia. A inizio dicembre la comunicazione all’Ausl di passare la restante tranche di malattia ai Caraibi e l’azienda di via Castiglione ha preso atto della comunicazione del dipendente. Il dipendente, emerge da fonti Ausl, non aveva mai fatto malattie o avuto comportamenti strani. Ai Caraibi vive un suo familiare, anche se non è il suo unico parente: ne ha altri residenti in territorio bolognese.

Valerio Baroncini