Bologna, 17 gennaio 2013 - “In Emilia-Romagna nessun capoluogo di provincia e’ promosso” in tema di qualita’ dell’aria. Anzi, avverte Legambiente, il 2012 fa registrare “dati decisamente allarmanti”. La citta’ con piu’ sforamenti dei valori consentiti di pm10 (35 giorni all’anno con livelli oltre i 50 microgrammi per metro cubo) e’ Parma: 115 giornate fuorilegge. Seguono Reggio Emilia (93), Rimini (88), Modena (85), Ferrara (77), Bologna (73), Piacenza (71), Ravenna (66) e infine Forli’ (52). Come se non bastasse, a guardare i valori di polveri sottili raccolti dall’Arpa dell’Emilia-Romagna negli ultimi anni, “si nota che dal 2009 ad oggi nella maggior parte dei grandi centri urbani della regione si e’ verificata una vera e propria escalation dei livelli di pm10: in alcuni casi -come Parma e Rimini- i microgrammi di polveri contenuti nell’aria sono addirittura raddoppiati”, segnala Legambiente nel rapporto “Mal’aria”.

Insomma, il 2013 “anno europeo dell’aria” si apre con un pesante fardello in Emilia-Romagna: lo smog non cala, anzi, da un anno all’altro, aumentano le giornate oltre i valori consentiti di pm10: le 115 di Parma erano infatti 92 nel 2011, 61 nel 2010; e la media dei microgrammi nei giorni di sforamento era di 75,6.
Non va meglio a Reggio Emilia: 93 giorni fuorilegge nel 2012, ma erano 84 nel 2011 e nel 2010 e 80 nel 2009; media nei giorni di sforamento: 71,5 microgrammi. Idem a Rimini: gli 88 giorni ‘illegali’ del 2012 erano 73 nel 2011, 58 nel 2010 e 36 nel 2009; media nei giorni di sforamento: 66,9 microgrammi. E’ la stessa concentrazione che si registra a Modena dove invece i giorni fuorilegge calano dagli 89 del 2011 agli 85 dell’anno appena finito, ma erano 82 nel 2010 e 78 nel 2009. 

A Ferrara, le giornate con pm10 oltre i limiti hanno avuto una concentrazione media di 69,6 microgrammi, uguale a quella di Bologna. E in entrambe le citta’ la situazione peggiora: nel capoluogo estense le giornate fuorilegge nel 2011 erano 71 (contro le 77 dell’anno scorso) e 59 nel 2010. Sotto le Due torri, invece, il dato di 73 giorni con sforamenti nell’anno scorso era preceduto da 68 nel 2011, 62 nel 2010 e 50 nel 2009.
Piacenza migliora: nel 2012 si contano otto giornate con sforamenti in meno rispetto al 2011 (71 contro 79) e una concentrazione media di 72 microgrammi; nel 2010 le giornate illegali furono 63. Capitolo Ravenna: quasi pareggio tra 2012 e 2011, con 66 e 67 giornate con sforamenti (concentrazione media 69,5 microgrammi) contro le 47 del 2010 e le 37 del 2009. Infine, Forli’ salita l’anno scorso a 52 giorni fuorilegge dopo i 47 del 2011, i 45 del 2010 e i 37 del 2009; concentrazione media 66,7 microgrammi Legambiente e’ sconsolata dalla fotografia della situazione.

“Per come si e’ concluso lo scorso anno e viste le performance delle citta’ italiane in termini di inquinamento atmosferico non c’e’ molto da sperare”. L’area della Pianura Padana si conferma come la zona piu’ critica, con 18 citta’ tra le prime 20 posizioni nella classifica dell’inquinamento atmosferico, anche a causa delle caratteristiche geomorfologiche che non favoriscono il ricircolo dell’aria. Ma soprattutto quel che non va e’ la lotta allo smog: “Le misure finora adottate per ridurre gli inquinanti atmosferici limitandone le cause non sono state sufficienti ne’ efficaci per porre rimedio alla grave situazione del bacino padano”, affermano gli ambientalisti.

A detta di Legambiente, “sono i processi industriali e di produzione di energia e in citta’ prevalentemente il traffico veicolare e i riscaldamenti, le principali fonti di emissione di polveri fini, ossidi di azoto, dei precursori dell’ozono o di altri inquinanti come gli idrocarburi policiclici aromatici o il monossido di carbonio e del rumore”. E’ qui quindi che “bisogna intervenire con Autorizzazioni ambientali (Aia, ndr) severe per siti produttivi e centrali elettriche, politiche di efficienza energetica degli edifici, diffusione di fonti rinnovabili e pulite per la produzione di energia e per il riscaldamento delle nostre abitazioni e una nuova mobilita’ incentrata sul trasporto pubblico locale e su quello ferroviario, dirottando i 400 milioni di euro regalati ogni anno all’autotrasporto, sul ferro e sulla mobilita’ collettiva”.

Legambiente punta anche il dito su come i Comuni hanno recepito gli accordi regionali sulla qualita’ dell’aria perche’ anche le parti “piu’ chiare e di facile attuazione, come le restrizioni al traffico dei centri abitati nelle giornate del giovedi’ e delle prime domeniche di ogni mese, sono applicate in maniera disomogenea nel territorio emiliano-romagnolo”. A Reggio Emilia, poi, le domeniche ecologiche proprio non ci sono. E poi ci sono meccanismi “contorti e controproducenti” come lo stop domenicale se le pm10 sforano per sette giorni consecutivi. E a Rimini dal 4 al 13 gennaio le polveri erano sempre troppo alte: “Una situazione di gravissimo inquinamento, che non fara’ pero’ scattare l’ulteriore blocco del traffico nella domenica successiva, solamente perche’ il lunedi’ precedente al giorno di controllo (martedi’), i valori limite erano nella norma”.

(Dire)