Bologna, 26 gennaio 2013 - Il Cie di Bologna è “un settore speciale di punizione che non ha alcun senso”. Piu’ che un centro di identificazione ed espulsione dall’Italia, e’ un luogo di “espulsione alla condizione umana”, per questo “va chiuso”. Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, oggi, dopo la sua visita ai Cie cittadino, e’ ancor piu’ convinto che il superamento di queste strutture sia prioritario. E che vada perseguito prima ancora dal prossimo governo prima ancora della legge elettorale “che pure fa schifo”. Per Merola “e’ possibile chiuderli e studiare meccanismi alternativi, visto che nel resto del mondo altre possibilita’ sono state usate”.


Per una citta’ come Bologna, aggiunge, questo “e’ un cuore di tenebra”, e davanti a queste strutture, Bologna, che e’ “Medaglia d’oro al valor civile, non puo’ tacere”. E’ vero che nessuno e’ trattato disumanamente, precisa poi Merola, ma “e’ la condizione oggettiva a essere disumana”, la situazione strutturale, igienico sanitaria e di gestione “e’ deficitaria”. E poi “e’ imbarazzante vedere un tale dispiego di forze di polizia su una struttura assurda, si e’ creata una nuova specie di razzismo”. I sindaci, quindi, “devono ribellarsi e pretendere che queste cose siano superate”.


Quanto ai problemi economici del Cie, il sindaco e’ chiaro: “Non si gestiscono queste strutture senza risorse, lo hanno gia’ segnalato i parlamentari e la Prefettura”. Almeno “si provveda a fare interventi di minima per rendere dignitosa la permanenza qui dentro, perché è in gioco la dignita’ umana”. Il gestore, finche’ il centro non chiude, “deve essere posto in condizioni di fare il suo dovere. Anche in carcere ci sono dei luoghi di ritrovo, qui non c’e’ niente”.

(fonte: Dire)