Minerbio (Bologna), 29 gennaio 2013 - Rimboccarsi le maniche paga sempre. Anche se si è immersi nella palude della crisi economica. E così, quando in una fabbrica i manager hanno le idee chiare e i dipendenti sanno come trasformarle in realtà, può accadere che in busta paga arrivino 2.000 euro lordi in più.

Succede in un’impresa che produce vernici per legno, la Renner Italia di Minerbio, nel Bolognese. In pratica un altro stipendio per i 200 dipendenti, soldi provenienti sia dalla condivisione degli utili sia dai risparmi su riscaldamento, luce, carta, materie prime e così via. Iniziative frutto di accordi discussi e firmati coi sindacati. Niente male in un panorama italiano costellato di licenziamenti, fallimenti, tagli e chi più ne ha più ne metta.

L’arrivo della quindicesima — alla Renner le mensilità sono quattordici, alla faccia di un contratto nazionale dei chimici che ne prevede una in meno — è stato comunicato ieri ai dipendenti nel corso di un’assemblea straordinaria.


Come cornice uno degli stabilimenti dell’azienda che da quando è sbarcata sul mercato, nel 2004, è sempre cresciuta, passando da 23 a 200 lavoratori e toccando, l’anno scorso, un fatturato di 68,4 milioni di euro. Come ha spiegato l’amministratore delegato, Lindo Aldrovandi, i 2.000 euro (il netto, considerate le differenze di reddito, raggiunge per la maggioranza del personale circa 1.600 euro) sono frutto “di due idee con cui difendiamo il potere d’acquisto delle famiglie, in un momento assai difficile per il Paese”.

Alla cifra si arriva appunto sommando la distribuzione del 15% degli utili (1 milione e 950mila euro) e i risparmi energetici ottenuti tagliando del 7,5% le varie bollette, il tutto solo suggerendo buone pratiche a colletti bianchi e operai. Il meccanismo è semplice: una commissione ad hoc certifica quanto ‘si è speso in meno’ da un anno all’altro, il 50 per cento dà una mano ai bilanci, il resto finisce negli stipendi.


Ma Renner Italia (parte del gruppo Renner Herrmann, nato in Brasile) non si ferma qui. Intanto, spiega Aldrovandi, "continueremo a investire in stabilimenti e ricerca", con previsioni di crescita in termini di fatturato (quota 71,7 milioni quest’anno) e posti di lavoro (previste altre 5 assunzioni nel 2013), soprattutto grazie alle esportazioni, salite l’anno scorso del 28%. Poi, gli accordi copriranno anche i prossimi anni. E chissà che nel 2014 non arrivi anche la sedicesima.

Matteo Naccari