Bologna, 4 febbraio 2013 - Imprese bolognesi alla disperata ricerca di periti meccanici. Figura che scarseggia, visto che anche l’Istituto Aldini Valeriani non ce la farà quest’anno a soddisfare una domanda così massiccia.

Le aziende si stanno riorganizzando e già adesso abbiamo 600 richieste per meccanici a fronte di 80 diplomati. Dagli altri istituti tecnici potranno arrivarne altri 80, ma sono sempre pochi”, conferma il preside delle Aldini, Salvatore Grillo. “La colpa è dell’intero sistema”, è il monito di Grillo. Il punto è che le imprese bolognesi, con “l’eccezione delle grandi realtà del packaging”, chiedono periti meccanici, ma fanno ben poco per contribuire alla loro formazione.

“Le aziende devono investire di più nelle scuole”, sostiene il dirigente dell’istituto tecnico bolognese, che a dicembre scorso ha inaugurato l’Htech, un laboratorio finanziato dall’americana Haas con 300.000 euro di macchinari a controllo numerico per la produzione di utensili. Eppure, basterebbe poco.

“Un professore, anche un ingegnere fresco di studi, dopo cinque anni deve essere nuovamente formato se vuole stare al passo. Questo lo devono fare le aziende, che potrebbero mettere a disposizione dei loro tecnici per la formazione dei docenti.

Questo si può fare con laboratori che costano poco”, spiega Grillo. Insomma, “c’è un problema di cultura aziendale”, ma anche un limite del sistema scolastico che ha moltiplicato l’offerta di licei. “Ormai in ogni condominio ce n’è uno”, constata il preside delle Aldini Valeriani.

“L’obiettivo, invece, deve essere quello di rendere più appetibili gli istituti tecnici, offrendo un livello di istruzione non inferiore a quello dei licei”, sostiene il dirigente delle Aldini. Altrimenti, finisce come per la sezione dedicata alle nuove tecnologie green: tutti ne parlano come della nuova frontiere produttiva, ma alle Aldini ci sono ormai solo 15 iscritti al terzo anno.

Fonte Dire