Bologna, 15 febbraio 2013 - “Non ci rappresenta nessuno. L’alternativa sta nella lotta, non nei seggi elettorali”. È questo lo striscione che apre il corteo degli studenti medi che oggi a Bologna sono scesi in piazza per la giornata nazionale di protesta organizzata dalla sigla Stud Aut. Il corteo comincia a muoversi da piazza XX Settembre alle 9.45, dopo un concentramento di 45 minuti: dietro il camioncino della musica e dietro lo striscione, i ragazzi imboccano viale Masini bloccando la circolazione del traffico. In piazza non ci sono più di 2-300 persone (compresi alcuni attivisti di collettivi universitari Cua e del centro sociale Crash).
La prima ‘azione’ del corteo (gli studenti hanno annunciato “corteo selvaggio” e “azioni a sorpresa”) avviene subito: i ragazzi se la prendono con i manifesti elettorali che si trovano lungo i viali all’altezza dell’autostazione.

 

I manifesti vengono strappati, anche incendiati, i tabelloni in ferro presi a calci e poi un paio vengono anche staccati tagliando il filo di ferro con delle cesoie. Sopra i tabelloni, poi, vengono incollati i cartelloni della manifestazione. “Non ci rappresenta nessuno”, è uno dei cori scanditi dai ragazzi. Un altro è “Bersani Fini Monti Berlusconi, que se vayan todos fuori dai coglioni”. Sul camioncino è attaccato un manifesto che si intitola “Non vi votiamo perché”. In fondo si legge: “Parlate di nuovo ma puzzate di vecchio”. Il corteo procede lungo viale Masini e mette a segno un nuovo blitz contro i successivi tabelloni elettorali che incontra lungo il cammino.

 

Dai viali, dopo aver girato bruscamente a destra all’altezza di via Capo di Lucca, il corteo torna in via Irnerio e poi svolta in via Mascarella direzione centro e sbuca poi in via Belle Arti, in zona universitaria. “Diciamocelo: la gente come noi non molla mai”, scandiscono gli studenti al megafono. Al seguito, oltre alla musica diffusa dal camioncino, i ragazzi hanno rumorose trombette di carnevale. In corteo anche qualche maschera di “V per vendetta”, il personaggio anarchico già protagonista in passato di manifestazioni studentesche, e i colorati scudi-pagelle (del tipo “10 in occupazione”), anche questi già  visti più volte in piazza. “Né partiti né sindacati, ora e sempre auto-organizzati”, è un altro degli slogan scanditi dalle fila del corteo, che imbocca via delle Moline dirigendosi verso via Indipedenza.
“Non ci rappresenta nessuno- gridano gli studenti- è solo nelle piazze che si cambiano il futuro e la storia, non in Parlamento”. Il corteo continua a muoversi in modo imprevedibile, a zig zag, costringendo i vigili urbani che precedono la manifestazione in moto, a brusche accelerate e sterzate dell’ultimo minuto.

 

 

Uova contro la Credem e l’Unicredit di via Indipendenza e poi contro la filiale Monte dei Paschi di Siena di via Rizzoli: le hanno lanciate gli studenti del corteo. Contro la Credem volano solo uova, contro la sede amministrativa di Unicredit, invece, alle uova si aggiungono i petardi. Ma la vera pioggia di uova è quella che si abbatte contro la Monte Paschi, contro cui gli studenti lanciano uova e anche palloncini di vernice rossa.  Altre uova volano contro la Carisbo di via Rizzoli, “sanzionata” anch’essa come gli altri istituti di credito.

Poi, altre uova (e petardi) contro la sede elettorale di Fratelli d’Italia in via Farini a Bologna. Dopo il blitz contro quella di Fdi, sotto le Torri, il corteo degli studenti prosegue il cammino e gli “attacchi” contro le sedi politiche presenti nel centro città. A protezione della sede di Fratelli d’Italia, davanti al portone chiuso, i ragazzi trovano schierato un contingente del VII Reparto Mobile in tenuta antisommossa. Contro di loro, parte un fitto lancio di uova e anche parecchi petardi, mentre dal corteo urlano insulti (“Merde”). La tensione è alta, poi il corteo prosegue.


L’azione fa infuriare il capo reparto della Polizia, che subito dopo che il corteo si è allontanato, dà in escadescenza. Butta il casco sulla jeep e si mette a urlare rivolto ai funzionari della Digos e alla dirigente del commissariato Due Torri in piazza per coordinare l’ordine pubblico. “Basta, a queste condizioni non possiamo più lavorare. Siamo stanchi, non possiamo sempre prenderci di tutto, uova, bombe carta, eccetera”, si sfoga il poliziotto. “Protestare è giusto, ma così non è possibile”, urla rivolto ai dirigenti. “Filmatemi, scrivetelo - dice poi rivolto ai giornalisti - noi siamo stanchi, non siamo qui perchè ci lancino contro di tutto, guardate qui”.

 

 

Il questore Stingone: "I soliti noti mandano avanti i ragazzini"

"Caricare un corteo di ragazzini, in risposta a gesti che comunque saranno perseguiti come strappare i manifesti elettorali o il lancio di uova, sarebbe stato un rimedio peggiore del male, rischiando di far degenerare la situazione che sarebbe così potuta sfuggire di mano''. Il questore di Bologna Vincenzo Stingone ha spiegato così la decisione di non reprimere con la forza alcuni atti di vandalismo.

“A lanciare le uova c’erano ragazzini di 14-15 anni, quasi bambini, che sono stati mandati avanti dai ‘soliti noti’, da chi tiene le fila di queste manifestazioni. E’ una cosa triste, il problema è chi strumentalizza questi ragazzini”, prosegue. A guidare il corteo, a cui hanno preso parte circa 200 persone, c’erano alcuni attivisti più ‘grandi’, del collettivo universitario Cua e del centro sociale Crash. Gli stessi che sono entrati in azione (col volto coperto da sciarpe e berretti) quando è stato il momento delle azioni di forza, come l’imbrattamento della vetrata della sede di Fli o i tabelloni elettorali staccati e presi a calcio lungo i viali. Le uova, pero’, le hanno fatte lanciare dai ragazzini. E il questore si sofferma proprio su questo.


“I lanci di uova sono avvenuti da parte di ragazzini di 14-15 anni, e allora il problema è chi ce li porta in piazza, questi ragazzini. Sono i ‘soliti noti’-  dice Stingone - un gruppo di 20-30 persone ben conosciute, che saranno denunciati. Hanno mandato avanti i ragazzini e li hanno fatti lanciare le uova. E’ una cosa triste, cosi’ vengono strumentalizzati da chi tiene le fila”. Il questore torna poi a ribadire il comportamento “ineccepibile” delle forze dell’ordine. “E’ stato lanciato loro di tutto ma sono rimasti immobili, non hanno reagito, come probabilmente i ‘soliti noti’ avrebbero voluto”. I poliziotti, spiega il Questore, hanno visto che a lanciare le uova erano ragazzini e a maggior ragione “hanno mantenuto nervi saldi ed equilibrio, dimostrando professionalita’".

Per quanto accaduto oggi, dove il corteo “ha sfilato in modo non autorizzato, strappato manifesti elettorali, lanciato centinaia di uova e imbrattato banche e sedi elettorali”, arriveranno presto delle denunce, promette Stingone. Nel mirino della questura finiranno in particolare “i ‘soliti noti’”, ovvero “quelle 20-30 persone ben conosciute che tengono le fila”, dice Stingone, stigmatizzando la “strumentalizzazione” dei ragazzini più piccoli. “Dopo che la Digos avrà raccolto tutti gli elementi, verranno denunciati - afferma Stigone - è auspicabile che lo siano”, conclude.

 

La Procura

“Attendiamo i rapporti di Polizia. In ogni caso sia chiaro che tutti i lavoratori, compresi ovviamente quelli in divisa, vanno rispettati”. E’ quanto afferma il procuratore aggiunto Valter Giovannini, portavoce della Procura di Bologna, a chi gli chiede un commento su quanto accaduto stamattina durante il corteo degli studenti. La Procura, spiega Giovannini, si muoverà una volta ricevuto il rapporto della Digos sulla mattinata (rapporto che non tardera’ ad arrivare, come ha annunciato il Questore Vincenzo Stingone). Intanto, pero’, dalla Procura si stigmatizza il lancio di uova piovuto sui poliziotti schierati in via Farini davanti alla sede elettorale di Fratelli d’Italia. E’ al termine di questo episodio che un capo reparto del VII Reparto mobile ha perso le staffe e si è lasciato andare ad un amaro sfogo dicendo: “Ci tirano di tutto, così non possiamo lavorare, fatelo sapere".

 

Il sindaco Merola

“Invito i ragazzi che hanno dato vita alla manifestazione di questa mattina a riflettere. Gli studenti non si sentono rappresentati? E’ un loro diritto, ma questa è anche la loro città, quindi cerchino di capire che ne sono parte”. Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, commenta così la manifestazione di questa mattina.
La Polizia invece rappresenta non i partiti e le banche, ma lo Stato e rappresenta non solo l’ordine pubblico ma il mestiere di proteggere tutti- continua Merola in una nota- sembrerà strano, anche i manifestanti dai loro eccessi”. Dunque se un capo reparto di Polizia “esprime la sua esasperazione”, aggiunge Merola con riferimento allo sfogo di un agente raccolto dalla stampa, “si dovrebbe meditare sul fatto che si sente rappresentato come un nemico mentre potrebbe essere il padre di uno di quei ragazzi”. E’ una questione “non di ordine pubblico ma di ordine umano, a lui non va una generica solidarietà- conclude il sindaco- ma molto di più, per avere insegnato che i nemici sono altri”.