Bologna, 21 febbraio 2013 - In corteo fuori e dentro l’azienda. Con una bara di cartone in cui erano simbolicamente seppelliti i “valori” e l’”etica” di Unipol, almeno 2-300 dipendenti del colosso assicurativo bolognese oggi hanno marciato e gridato la loro rabbia contro lo spettro degli esuberi che si delineano a valle dell’operazione con Fonsai.

“La fusione fonde i diritti”, si leggeva stamattina su un manifesto affisso sotto il loggiato della sede storica di Unipol di Bologna: da li’ e’ partito il corteo che ha invaso via Stalingrado fino al nuovo quartier generale negli spazi di Porta Europa. Qui, la ‘processione’ ha invaso i corridoi (soprattutto quelli del settore del Personale) con i dipendenti ad esultare per ogni ufficio vuoto (e ce n’era piu’ d’uno). Il tutto tra bandiere, un concerto assordante di fischietti e al grido ripetuto di “senza regole non si tratta”.
 

Il corteo ha percorso entrambe le torri di Porta Europa per poi concludersi nell’atrio dell’ingresso principale con una ironica simil-messa funebre conclusasi e l’abbandono sul posto della bara. “La vecchia Unipol e’ morta”, hanno scandito i manifestanti: in molti sono rimasti a guardare l’atto finale della protesta dalle scale perche’ non c’era posto per tutti nell’atrio. Quindi, il corteo e’ ripartito per tornare al punto di partenza. “L’astensione dal lavoro e’ al 90% e ci risulta che anche i dati i Milano e Torino siano su questi livelli”, tira le somme Gianni Luccarini, segretario della Fisac-Cgil.


“Siamo tutti sotto attacco, mai come in questa fase sono a rischio i diritti conquistati nel corso degli anni”: erano state queste parole con cui i sindacati hanno chiamato a raccolta i dipendenti di Unipol per lo sciopero di tre ore di oggi. “No ai licenziamenti, no ai trasferimenti”, recitavano i manifesti affissi o portati a spasso per gli uffici aziendali.

I sindacati parlano di 2.240 esuberi di cui 230 sotto le Due torri: “I 2.240 esuberi possono essere ovunque, chiunque puo’ essere colpito”, avvertono Fisac-Cgil, Fiba-Cisl, Uilca, Fna, Sfnia a fronte pero’ di “bilanci ultra milionari, lauti stipendi agli amministratori”. Di qui la chiamata alla lotta: l’adesione allo sciopero e’ stata definita, nei volantini sindacali, “condizione indispensabile per la riuscita della lotta: occorre impegnarci tutti in prima persona”.
 

Prima del corteo, alcuni dipendenti si sono alternati al megafono e uno dei giudizi piu’ eloquenti e’ stato questo: “La cosa che fa piu’ male e’ che non c’e’ spazio per il dialogo”. E Luccarini conferma che al momento la trattativa e’ al palo: “per adesso non sono programmati incontri, speriamo che l’azienda ci informi dei dettagli della riorganizzazione cosi’ come e’ tenuta a fare secondo le normative”.

(Fonte: Dire)