Bologna, 23 febbraio 2013 - È UN NOMADE di 19 anni originario dell’ex Jugoslavia il ladro d’auto che giovedì pomeriggio ha investito e ucciso Quinto Orsi, meccanico in pensione di 72 anni, sul piazzale dell’officina del figlio in via Ferrarese, nel quartiere Bolognina. L’hanno fermato ieri sera gli investigatori della squadra mobile a conclusione di una caccia durata poco più di 24 ore. Non poteva andare lontano. Era stato identificato al primo sguardo, da un poliziotto, nelle immagini delle telecamere di sorveglianza di una ditta adiacente all’officina. Nella mattinata di ieri il procuratore aggiunto Valter Giovannini l’aveva invitato a costituirsi: «Comunque — aveva detto il magistrato — prima o poi sarà arrestato».
 

SUL SUO CONTO gli investigatori hanno raccolto rapidamente una mole schiacciante di prove. Oltre al suo volto ben riconoscibile nel video, il giovane aveva lasciato un frammento d’impronta digitale dentro l’abitacolo della vecchia Punto che aveva cercato di rubare, e con la quale, una volta scoperto, aveva ucciso il settantaduenne nel maldestro tentativo di scappare. Il fermato ha diversi precedenti e i suoi dati personali, comprese le impronte, erano già presenti in banca dati. Uno straniero, inoltre, l’aveva incrociato mentre si allontanava a piedi dal luogo della tragedia e il testimone aveva riconosciuto il sospettato in fotografia. Infine, ieri mattina, l’ultima dolorosa conferma, quella di Fabio, il figlio della vittima e titolare dell’officina. Anche lui, negli uffici della Questura, l’ha indicato senza alcun dubbio fra le foto segnaletiche di decine di pregiudicati. «L’ho riconosciuto con certezza — racconta Fabio —, ma la polizia sapeva chi era prima ancora di farmi vedere quelle foto. L’avevo visto benissimo. Quando è sceso dalla macchina si è girato verso di me e mi ha guardato in faccia. Io non lo perdono, quello che gli farei non lo posso dire».

«SPERIAMO che paghi una punizione adeguata — aggiunge la compagna — e non esca dopo tre mesi». Si è chiuso così il cerchio attorno al responsabile di un fatto che ha scosso Bologna e l’Italia intera. Sotto le Due Torri è esplosa la polemica sulla sicurezza, in concomitanza con la fine della campagna elettorale, e la Lega Nord ha proposto di mettere una taglia sull’omicida. Una provocazione a cui ha replicato il sindaco Virginio Merola: «Non c’è bisogno di tornare al Medio Evo». 

Enrico Barbetti