Bologna, 23 febbraio 2013 - SI chiama Sonic Halilovic e non ha ancora 19 anni, il giovane rom che giovedì pomeriggio ha investito e ucciso Quinto Orsi, 72 anni. Halilovich stava cercando di rubare un'auto dal piazzale dell'officina di Orsi e del figlio, in via Ferrarese 131.


Il ragazzo, che è nato il 9 marzo 1994, era stato riconosciuto ieri mattina dal figlio di Orsi, Fabio, che aveva indicato fra decine di fotografie quella del sospettato numero uno. Il  nomade rom dell’ex Jugoslavia, che vive in città con la famiglia, era già noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti. Halilovich stava pensando di fuggire, ma è stato convinto da parenti e amici a consegnarsi agli inquirenti.


La procura ha anche diffuso il video del momento della fuga dall'officina: si vede chiaramente il panico del guidatore che cerca di uscire dal parcheggio, dopo essere stato scoperto, con una serie di manovre maldestre. Non solo, una volta sceso dalla macchina danneggiata, rivolgendosi verso il punto in cui giace il corpo straziato di Quinto Orsi, il giovane nomade si mette le mani fra i capelli, rendendosi evidentemente conto di avere combinato qualcosa di irreparabile.


Dopo l'interregoraio, questa notte è scattato il fermo per Halilovic. Il provvedimento è stato emesso dal pm Beatrice Ronchi.  Le ipotesi di reato formulate dalla Procura sono tentata rapina e omicidio aggravato. In un futuro dibattimento l’investitore potrebbe però sostenere di non avere travolto volontariamente il pensionato.

 

Halilovic appartiene a una famiglia rom di stanza a Bologna da tanti anni e molto nota alle forze dell’ordine per furti e altri reati. “Io gli ho insegnato a rubare, non a uccidere le persone”, ha detto il padre disperato parlando con la Polizia. Il 19enne, che ha alle spalle condanne per furto e rapina commesse da minorenne, era stato denunciato l’ultima volta quest’estate.

 

Nel filmato, mostrato questa mattina durante la conferenza stampa, subito dopo l’investimento e la retromarcia folle conclusasi contro un muro, si vede il giovane scendere dalla macchina e mettersi le mani nei capelli, poi fugge a piedi.
 

Il giovane, dopo una trattativa che la Polizia ha portato avanti con la sua famiglia, si e’ consegnato ieri sera alle 21 in via Larga. In un primo momento, in realta’, il 19enne, pur essendo rimasto molto scosso per quello che aveva fatto, non aveva nessuna intenzione di costituirsi: aiutato dalla famiglia, aveva progettato la fuga all’estero. In questi giorni, da giovedi’ pomeriggio a ieri, e’ stato ospite di diversi parenti (un po’ da uno un po’ da un altro) ma anche in un camper parcheggiato all’incrocio tra via Mattei e via Martelli.

Durante l’interrogatorio e’ scoppiato a piangere piu’ volte a dirotto, spiegando di non essersi reso conto di quanto stava facendo: “Sono andato nel panico, ho fatto retromarcia senza guardare e ho perso il controllo della macchina. Non volevo uccidere nessuno, volevo solo rubare la macchina”, ha detto il giovane. La circostanza che subito dopo il fatto si sia messo le mani nei capelli fa pensare che effettivamente la cosa sia andata oltre le sue intenzioni.


Gli inquirenti, pero’, lo accusano di omicidio volontario (e tentata rapina) perché, e’ il ragionamento, non e’ possibile pensare di fare retromarcia a folle velocita’ in una strada cosi’ stretta in cui ci sono delle persone senza mettere in conto di poter uccidere qualcuno.