Bologna, 10 aprile 2013 - O si chiude tutto o si aumentano le tariffe. Non e’ il rebus a cui e’ di fronte una qualche amministrazione alle prese con i tagli, ma il bivio a cui si trova, dopo 65 anni di attivita’, la San Donato calcio, una societa’ che coinvolge oltre 300 famiglie. I suoi iscritti (atleti, allenatori, dirigenti, genitori dei bambini) si sono ritrovati due giorni fa a discutere del difficile momento che la societa’ sta attraversando e dall’assemblea e’ uscito un allarme rosso. La storia della San Donato calcio “rischia di finire”.
 

I volontari che la gestiscono si trovano nella “difficile situazione di dover operare una scelta: chiudere l’attivita’ o reperire i fondi per continuare la gestione attraverso un consistente aumento delle iscrizioni che andrebbe a pesare ulteriormente sui bilanci delle famiglie del Quartiere, gia’ seriamente provati dal perdurare di una crisi di cui non si riesce a vedere la fine”.

Lo spiega un comunicato che da’ conto della discussione tra gli iscritti, ricorda da ‘dove viene’ la San Donato calcio e lancia un grido d’aiuto. “Questa e’ la storia di una piccola realta’ che si ritrova, dopo 65 anni di attivita’, a dover fare i conti con un mondo in veloce cambiamento dove i valori dello sport, dell’integrazione sociale, del fare comunita’ trovano sempre piu’ difficolta’ ad affermarsi e dove la ‘rilevanza economica’ si erge a totem salvifico del tutto, ma il cui altare non ammette deroghe ai sacrifici, anche se questi coinvolgono direttamente dei bambini”.

La San Donato calcio e’ nata nel 1948 quando un gruppo di volontari, col sostegno del Comune, costrui’ dal nulla campo, spogliatoi e tribuna dell’impianto in via Bertini. Da allora i volontari della Polisportiva San Donato l’hanno mantenuto in efficienza, organizzando la scuola calcio e rendendo gli spazi un punto di riferimento per i ragazzi.

Le cose hanno iniziato a complicarsi nel 2005 quando il Comune vara un regolamento per la gestione e l’uso degli impianti sportivi di quartiere prevedendo che la gestione di quelli con “rilevanza economica” fosse effettuata tramite evidenza pubblica. Nel 2009, il Quartiere San Donato, redige quindi il bando per la concessione in gestione dell’impianto. La Polisportiva San Donato partecipa, ma perde.
 

Pero’, “grazie ai risparmi faticosamente accumulati negli anni” e ad un accordo con la societa’ vincitrice del bando, i volontari riescono a far fronte alla situazione, garantendo la continuita’ del servizio senza gravare sulle quote di iscrizione alla scuola calcio, nonostante l’aumento dei costi di gestione. Salvi quindi l’attivita’ e la partecipazione di 12 squadre ai campionati Figc e Uisp. Nell’estate 2012, ecco un nuovo bando: stavolta la San Donato calcio vince, ma viene poi esclusa “per un vizio formale che oltretutto, ai sensi di una normativa nazionale di recente emanazione, non sarebbe neanche piu’ eccepibile”.
 

Di qui il bivio: chiudere l’attivita’ o reperire i fondi per continuare aumentando le iscrizioni. Di questo si e’ discusso, sapendo che resta “poco spazio ad eventuali strade alternative essendo i margini di manovra, questa volta, estremamente ridotti”. E la conclusione e’ che il futuro e’ nero.
 

Rischia di finire, si legge nel comunicato, “la storia di una piccola realtà, come per fortuna ce ne sono ancora tante, fatta di volontariato e di gente disposta a sacrificarsi per un idea”; una “realta’ fatta di mamme e papa’ che grazie ad un’idea assolutamente inclusiva di gestione delle attivita’ sportive, hanno contribuito a creare una ‘comunita’ educante’ dove non solo si cerca di formare piccoli atleti ma soprattutto di contribuire alla formazione dei cittadini di domani”.