Bologna, 2 maggio 2013 - Persino il cardinale Lercaro aveva sentenziato che “i bolognesi così la conoscono e così deve restare”. Eppure anche per la Madonna di San Luca, co-patrona di Bologna e icona amatissima dai fedeli sotto le Due torri, è giunto il momento del restauro. Ci sono voluti due anni, tra lo studio dei materiali, delle tecniche adeguate e dell’intervento in sé.

E il risultato “è sorprendente”, ammettono in Curia a Bologna. Magari bisognerà “farci un po’ l’abitudine”, e qualcuno forse “ci rimarrà anche un po’ male”. Ma di certo “i fedeli ce ne saranno grati”, afferma monsignor Giovanni Silvagni, vicario generale della Curia bolognese. La Madonna di San Luca, in effetti, ha cambiato faccia: la patina nera che la ricopriva e che oscurava il volto e le vesti è stata eliminata, lasciando spazio a colori più vivi e brillanti.

Oltre ai visi della Vergine e di Gesù bambino, anche la tunica della Madonna è risultata di un azzurro intenso. Così come lo sfondo, che emerge di un color giallo oro. E togliendo alcuni ritocchi fatti nel corso dei secoli, sono tornati alla luce anche dettagli importanti, come il piedino del bimbo coperto in passato con una pittura successiva. Il restauro ha consentito agli esperti anche di valutare meglio l’icona e di anticiparne la datazione.

Secondo lo storico dell’arte Franco Faranda, direttore della Soprintendenza ai beni storici e artistici di Bologna, la Madonna di San Luca risale alla metà del XII secolo (1150 circa) ed è “eccezionale. E’ un vero capolavoro, come se l’avesse fatta Giotto o Guido Reni”. Valutazione sottoscritta dal restauratore Camillo Tarozzi. “E’ un’icona di un maestro di grandezza assoluta - spiega- un dipinto di qualità strepitosa, anche nei particolari, al di sopra di qualunque altra immagine di questo tipo”. 

I tecnici hanno quindi effettuato esami radiografici e prelevato un centimetro quadrato del dipinto, per testare la pulizia. Tutta l’operazione, finanziata dalla Fondazione del Monte con 10.000 euro, è stata sottoposta al vaglio dell’arcivescovo di Bologna, il cardinale Carlo Caffarra, e del rettore del Santuario di San Luca, monsignor Arturo Testi.

“Quanto avvenuto in questi due anni è unico e anzi in passato era stato considerato inopportuno - sottolinea don Silvagni citando le parole di Lercaro - ma il non agire nei decenni scorsi e’ servito a preparare il passo fatto oggi”. Ciò che ha convinto il cardinale “è stata l’audacia ma anche la prudenza e la totale affidabilità” dei restauratori, spiega ancora Silvagni, che ammette: “C’erano una pressione e una responsabilità forte, perche’ l’icona è il tesoro della Chiesa di Bologna. Ma non siamo gelosi, siamo ben felici di poterla condividere con i nostri fratelli cattolici e ortodossi d’Oriente, che per la Madonna di San Luca hanno una venerazione particolare”.

Fresca di restauro (“Una coraggiosa operazione di verita’”, come la definisce Tarozzi), la Madonna di San Luca scenderà dal Colle per l’annuale visita in città dopodomani, sabato 4 maggio: alle 18 sarà a Porta Saragozza, dove sarà attesa da Caffarra, e dalle 19 nella Cattedrale di San Pietro, dove resterà per tutta la settimana. Per la prima volta, tutte le celebrazioni e la permanenza della Madonna di San Luca in Cattedrale saranno trasmesse in streaming, in diretta 24 ore su 24, sul sito del settimanale televisivo diocesano “12Porte”.


Non è però la prima volta che l’icona incontra i bolognesi col suo ‘nuovo’ aspetto. Nel maggio dell’anno scorso, infatti, il restauro era già iniziato e i volti della Vergine e del Bambino era stati ripuliti. A ottobre, in occasione della discesa straordinaria per i 50 anni del Concilio Vaticano II, l’immagine era già completamente restaurata ma coperta come al solito dalla custodia d’argento. Per ammirarla nel suo aspetto rinnovato bisognerà aspettare il periodo di Natale, durante il quale già da due anni il cardinale ha predisposto che la Madonna di San Luca resti ‘scoperta’.

Fonte Dire