Bologna, 17 maggio 2013 -  Il blitz di Nichi Vendola sul referendum bolognese contro i finanziamenti alle scuole materne paritarie e’ una “strumentalizzazione vergognosa”. Ad alzare il tiro nei confronti del presidente della Puglia e’ il sindaco Pd Virginio Merola, che a meno di dieci giorni dal voto sferra un duro attacco nei confronti del leader della seconda forza della sua maggioranza.

L’intervento di Vendola, ha detto Merola questa mattina in un’intervista a tutto campo concessa a Radio Tau, “mi ha colpito perche’ non mi aspettavo da Nichi Vendola questa incoerenza: sia coerente e faccia in Puglia quello che chiede di fare a Bologna. Siccome la Regione Puglia prevede i finanziamenti alle scuole paritarie private direi che e’ una strumentalizzazione vergognosa di una persona che ritiene di essere un leader nazionale”.
 

Merola ribadisce anche di non volere al suo fianco leader nazionali del Pd come il collega di Firenze Matteo Renzi, atteso in citta’ proprio alla vigilia del voto. “Penso che la cosa riguardi soprattutto i bolognesi e che sia gia’ stata troppo strumentalizzata a fini politici. Un referendum consultivo- sottolinea Merola- dovrebbe essere civico, sul quale ci si esprime al di la’ delle appartenenze politiche. Invece si fa di tutto per politicizzarlo”. Peraltro Renzi “la pensa come me e fa questo sistema a Firenze, ma io non voglio chiamare i vip qui a Bologna per fare pubblicita’ su una posizione o sull’altra”.

Non si fa attendere la replica del presidente di 'Sinistra Ecologia Libertà': "Trovo piuttosto sgradevole il cinismo politico di un sindaco che sembra terrorizzato dai propri concittadini e apre, a freddo, una polemica sopra le righe con me. Sta forse chiamando alle armi la destra bolognese? Questo è il merito della questione (a parte il deficit di buona educazione e di senso del limite)’’. ‘’Mi riesce difficile spiegargli - continua Vendola - che io non sono il dittatore della Puglia e che spesso le mie opinioni non coincidono con quelle del Consiglio regionale. Come in questo caso. Se ci fosse a Bari un referendum come quello bolognese non direi nulla di diverso da ciò che ho detto nove giorni fa in Tv. Con passione e con garbo’’.

 

Merola: "Se il congresso va male lascio come Prodi"

Aveva gia’ fatto sapere che in caso di scissione del Pd sarebbe stato un sindaco indipendente, senza tessera di partito. E ora dopo lo scoppio del caso Prodi (l’ex premier non ha rinnovato la tessera del Pd e pare non abbia intenzione di farlo) Virginio Merola avverte: restera’ nel partito fino al congresso di ottobre, ma se il rilancio fallira’ non esitera’ a percorrere la stessa strada del Professore.
 

“Usiamo bene questo congresso come ultima occasione per rilanciare davvero e in modo autentico il Pd. Se questo sara’ possibile bene, se no saranno tanti, a cominciare dal sottoscritto, non solo Prodi, che ne trarranno le conseguenze”.
Al congresso, ha sottolineato ancora Merola in una intervista concessa a Radio Tau, “siamo tutti dimissionari”.
 

L’analisi del sindaco sul suo partito e’ spietata. “Solo un mese fa- ricorda Merola- ho detto che non aderiro’ a nessun pezzo del Pd in una eventuale scissione. Si e’ rivelata un’analisi ottimistica, perche’ qui non siamo a rischio di scissione, siamo a rischio di implosione. Un partito che implode in tanti rivoli, in tante oligarchie, correnti e pezzettini sparsi. Io penso che dobbiamo ripartire dall’ispirazione ulivista del Pd, il Pd e’ nato per costruire il progetto dell’Ulivo e questa e’ la discussione congressuale da fare. La stiamo facendo in un momento in cui pare che il Pd sia un nemico da distruggere per tanti”.
Per Merola era stato Walter Veltroni a ‘fondare’ per davvero il Pd archiviando le vecchie appartenenze, ma la strada fu abbandonata dopo la sconfitta alle elezioni, quando comunque il Pd ebbe un notevole consenso.

“L’errore fu tornare indietro- assicura il sindaco- e dire che l’ipotesi di Veltroni era sbagliata. Un partito se e’ consepevole delle proprie idee deve continuare a sostenerle e convincere gli italiani”. Il Pd secondo Merola “non puo’ continuare ad essere un partito di ex Ds o di ex Margherita, ci sono nuove generazioni da mettere in campo che devono partire dal fatto che pur avendo idee diverse la vera originalita’ del Pd e’ tenerle insieme in un progetto comune”.
Quanto a Prodi, Merola giudica “comprensibile” l’atteggiamento tenuto nei confronti del partito dopo l’onta del siluramento nel corso dell’elezione del presidente della Repubblica. “Non so se si iscrivera’ o meno, ma sicuramente il Pd bolognese e’ con lui sul fatto di denunciare con forza questo comportamento, davvero incredibile. Si e’ proposto il nome di Prodi come presidente della Repubblica e c’e’ qualcuno che dice di essere del Pd che gli ha votato contro”.