Bologna, 21 maggio 2013 - IL ROSARIO antibomba andava in onda sotto un tetro concerto di sirene, di motori e di esplosioni. La voce del solista saliva di tono sugli scoppi ora potenti e vicinissimi, ora in un’eco sorda e lontana, e il coro rispondeva allineato in una nenia che la paura caricava di lieve eccitazione. Nel grande rifugio antiaereo di via del Guasto, 800 metri quadrati sotto una collinetta rinforzata da robuste cariche di terriccio, 350 persone tendevano ogni volta l’orecchio tutte insieme, dopo le preghiere, per cogliere l’annuncio del cessato allarme.

Così sempre, in quei lontani anni di guerra, al giardino del Guasto, nelle 25 gallerie antibomba, nei rifugi anticrollo, nelle 15 trincee antischegge, nelle 50 tubolari in prefabbricato e nei tantissimi altri rifugi in città ricavati dai visceri profondi di un palazzo privato o pubblico, da scantinati dai muri possenti, da antri, caverne e dagli altri locali che garantivano almeno un’illusione di sicurezza a 30mila persone in cerca di scampo.
 

ADESSO, settant’anni dopo quei drammatici giorni, altre voci caricate soltanto dai ricordi e dalla curiosità si accingono a riempire la fredda penombra del rifugio sotto il giardino del Guasto dedicato al pilota di aerei da caccia Loris Bulgarelli. «È proprio così. Domenica prossima, infatti, una visita guidata messa a punto dalla nostra associazione e dall’Altra Babele consentirà al pubblico di entrare nella galleria costruita dal Comune nel ’43 per gli abitanti di via San Donato, di via Belle Arti, di via Mascarella e delle altre strade della zona», spiega Massimo Brunelli, vicepresidente e fotografo degli Amici delle vie d’acqua e dei sotterranei di Bologna.

Il tuffo nel passato darà nuova vita a fantasmi lontani, a collettivi batticuori nel buio, al tragico lamento delle dieci sirene del centro storico integrate dal sibilo sgraziato di quelle degli stabilimenti industriali che annunciavano l’arrivo delle squadriglie in formazione, al botto degli ordigni sulle case, agli odori, ai due ‘luoghi di decenza’ per uomini e per donne, al brusio del rosario recitato tutti insieme, alle specifiche ‘preghiere antibomba’ da leggere sull’apposito libretto distribuito dalla Curia, al cessato allarme e al ritorno a una luce velata di polvere sporca.
 

IL TEMPO e cieli con nuovi colori e senza nemici hanno spinto sempre più giù i rifugi antiaereo e in alcuni di loro il silenzio profondo ha preso l’invalicabile spessore di un muro a difesa dei ricordi. Quello sotto il giardino del Guasto che pure radunava paure e speranze si è riciclato in deposito di biciclette in attesa di finire all’asta. Domenica si fanno da parte per lasciare il posto agli incubi.

Gianni Leoni