Bologna, 8 giugno 2013 - Tutto inizierà in stazione centrale, dove sotto i piedi di migliaia di passeggeri inaugurerà il nuovo scalo dell’Alta velocità (foto). Oggi alle 10,30 il consueto saluto delle autorità (ci sarà certamente anche l’amministratore delegato Mauro Moretti). Poi la visita ai piani interrati e al nuovo atrio di accesso da via Carracci, con le ciclabili sotterranee che collegano stazione veloce a stazione ‘classica’. E infine, dopo otto anni e mezzo, l’avvio della fermata dei treni ad Alta velocità. Così i proiettili d’acciaio che fino ad oggi correvano a 23 metri sottoterra, senza mai fermarsi, inizieranno a caricare i viaggiatori bolognesi. Oltre a tutto questo sarà inaugurato anche il parcheggio Salesiani da 450 posti con accesso e uscita da via Serlio e da via Matteotti.
 

DOPODICHÉ partirà il treno con a bordo la stampa, direzione Reggio Emilia dove sarà inaugurata anche la Stazione Mediopadana (foto), progettata dall’architetto spagnolo Calatrava. Nel primo pomeriggio il treno tornerà indietro e si procederà all’inaugurazione anche della stazione di via Mazzini, destinata a entrare nella rete del futuro Servizio ferroviario metropolitano (foto). Qualche numero: i segnali luminosi sui monitor diventeranno quasi 20 ogni ora, che assieme ai treni in superficie faranno una massa per un totale di circa 900 treni al giorno. Sotto passeranno tutti gli Italo e tutte le Frecce con fermata a Bologna, eccetto quelle per Venezia e Verona, che rimarranno in superficie ancora per un po’, in attesa che l’interconnessione con il passante di Bologna venga ultimata. A 23 metri sotto il livello del suolo potremo salire e scendere dai treni veloci da e per Milano, Roma, Napoli, Torino e via dicendo.
 

A ESULTARE più di tutti per il termine dei lavori, durati otto anni, sono gli abitanti di via Carracci, riuniti in un comitato. «Domani (oggi per chi legge; ndr) saremo all’ingresso da via Carracci con uno striscione e faremo una protesta silenziosa — assicura Dino Schiavoni, portavoce del comitato —. È ovvio che siamo contenti. Finiscono otto anni di sofferenza, che nessuno ci ridarà indietro. La nostra vita è stata stravolta». I cittadini di via Carracci chiedono «che le autorità almeno non festeggino. Perché non c’è nulla da festeggiare per un’opera che ha un ritardo di quattro anni e mezzo e che ha creato disagi enormi a cittadini e attività commerciali».
 

s. m.