Bologna, 1 luglio 2013 - “Il mio attuale compagno è geloso, ma tende a controllarsi. Come persona è molto curiosa riguardo i miei fatti personali, però allo stesso tempo mi concede molta libertà”.

Sono parole di Silvia Caramazza, la commercialista di 39 anni uccisa e nascosta nel congelatore di casa, pronunciate pochi giorni prima di sparire. Alla luce di ciò che è accaduto e del fatto che il presunto assassino, Giulio Caria, 34 anni, è proprio la persona di cui Silvia parla, quelle parole suonano davvero sinistre.

Ma facciamo un passo indietro e torniamo al 24 maggio, giorno in cui Silvia si presenta dai carabinieri di viale Panzacchi per sporgere denuncia. Vuole segnalare che qualche giorno prima, il 16, ha trovato nel suo appartamento, in viale Aldini 28, una microspia nascosta «nel contatore dell’acqua o sotto il termosifone» della camera da letto. Una seconda cimice, nascosta nel divano in salotto, salterà fuori qualche giorno dopo a seguito di una bonifica fatta effettuare da Caria a un’agenzia di investigazioni private.
 

SILVIA Caramazza denuncia questa inquietante scoperta ai militari dell’Arma, i quali ovviamente vogliono sapere l’elenco delle persone che hanno la disponibilità delle chiavi dell’appartamento. Fra loro c’è Caria, l’uomo con cui la donna convive ormai da un anno e mezzo. I carabinieri le chiedono perciò in che rapporti sia con il compagno e la risposta di Silvia è appunto questa: «E’ geloso, ma si controlla. E’ molto curioso dei miei fatti miei personali, però mi concede molta libertà».

Siamo al 24 maggio. Pochi giorni dopo Silvia va da un’amica a Pavia e le confida che Giulio è ossessionante, possessivo, asfissiante e che vuole lasciarlo. Probabilmente l’uomo è fuori controllo e, temendo la rottura, sta peggiorando di giorno in giorno. L’ex compagna in passato l’ha denunciato per stalking. Il 7 giugno Silvia lascia Pavia e nessuno la rivede mai più viva. Salvo Giulio Caria. Il 27 il cadavere di Silvia viene ritrovato nel congelatore. Il compagno, ipotizzano gli inquirenti, non è riuscito a controllare la gelosia.
 

Gilberto Dondi

 

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