Bologna, 3 luglio 2013 - Cosi’ come chiesto dal comitato Articolo 33, il Consiglio comunale di Bologna, il prossimo 29 luglio, si concludera’ con un pronunciamento sul referendum sul finanziamento pubblico alle scuole paritarie private. Lo hanno deciso oggi, unanimemente, i capogruppo nella riunione con la presidente dell’assemblea di Palazzo D’Accursio, Simona Lembi.

E’ proprio la presidente a spiegare che la scelta e’ stata condivisa da tutti i gruppi, dopo aver ascoltato il parere della segreteria generale, che ha anche chiarito che saranno i consiglieri a dover decidere con quale forma esprimersi, purche’ i documenti “non siano distanti dal quesito del referendum”, il che sgombra il campo da pronunciamenti troppo fumosi.
 

Si potranno quindi presentare delibere che richiedano un parere tecnico e contabile (entro il 22 luglio per dare tempo agli uffici di fare le dovute verifiche), oppure delibere che siano atti di indirizzo, o altrimenti ordini del giorno, che potranno essere presentati anche il giorno stesso della seduta. E ogni singolo consigliere potra’ presentare il documento che preferisce.

“E’ la prima volta - spiega Lembi- che il Consiglio si esprime sull’esito di un referendum consultivo, perché nei casi precedenti, quello del 1997 e del 1998, esisteva una regola sul quorum del 50%, che oggi non c’e’ piu’”.

Per la maggioranza di Palazzo D’Accursio, e per il sindaco Virginio Merola (strenuo sostenitore delle convenzioni con le materne private) il passaggio del 29 si presenta insidiosissimo. E in Comune infatti sta gia’ salendo la tensione. 

Infatti, a Palazzo D’Accursio circola una voce secondo cui non sarebbe previsto nessun allentamento sulle convenzioni del Comune con le scuole materne private. In vista, ci sarebbero semmai solo alcuni cambiamenti per migliorare il sistema, con criteri nuovi su ammissioni e indicatori di qualita’, sulla linea di quanto suggerito qualche settimana fa dal consigliere comunale Pd, Francesco Errani, che ha tentato una mediazione tra le posizioni di chi non vuole toccare le convenzioni e chi, invece, vorrebbe vedere i primi passi verso la loro cancellazione.


Dal momento in cui e’ stata stabilita la data del Consiglio, qualche settimana fa, il comitato Articolo 33 ha invece subito chiesto che venga rispettato il parere dei cittadini che sono andati a votare al referendum di maggio e si sono espressi contro le convenzioni. Dalla sua parte, i promotori della consultazione hanno M5s e Sel, che a piu’ riprese, anche durante la recente istruttoria pubblica sui servizi zero-sei del Comune, hanno chiesto alla Giunta un segnale, un abbassamento anche graduale, del milione di euro che oggi viene speso per le convenzioni.

A quanto pare, pero’, l’amministrazione Merola vuole tenere la barra ferma, il che potrebbe profilare uno scontro in aula, con l’ennesima frattura in maggioranza e il ripetersi dell’alleanza tra Pd, Pdl e Lega da una parte e Sel e M5s dall’altra, come prima delle urne. A meno che, i ‘detrattori’ delle convenzioni, non trovino la maniera di spuntarla, con un documento che la maggioranza di centrosinistra non possa esimersi dal votare.