Bologna, 24 luglio 2013 - Sui sacchi dell’immondizia con cui era stato avvolto il cadavere di Silvia Caramazza sono state repertate due impronte di Giulio Caria, l’impronta di un dito e quella di un palmo: un’ulteriore prova a carico del fidanzato che dal giorno dell’arresto in Sardegna, dove e’ tutt’ora detenuto con l’accusa di aver ucciso la compagna e di averne occultato il cadavere, continua a professarsi innocente.

Tra le due impronte quella del palmo è ritenuta importante perché puo’ far ritenere che l’indagato abbia manipolato il sacco. ‘’La polizia - e’ stato il commento del procuratore aggiunto Valter Giovannini, delegato ai rapporti con la stampa - continua a lavorare in silenzio e con estrema efficacia’’.