Bologna, 2 agosto 2013 - ECCO IL PROGRAMMA istituzionale delle commemorazioni della mattinata di oggi.
ore 6.30-8.30, alla Montagnola: arrivo da tutta Italia delle staffette podistiche ‘Per non dimenticare’;
ore 8-14, in stazione, stand di Poste Italiane con annullo filatelico speciale;
ore 8.30, Palazzo d’Accursio, incontro con l’Associazione Familiari vittime della strage alla stazione, le autorità e i rappresentanti di città, enti e associazioni aderenti alla manifestazione.
Intervengono il sindaco Virginio Merola, il presidente dell’Associazione familiari, Paolo Bolognesi, il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio;
ore 9.15, piazza Nettuno, concentramento con i gonfaloni e partenza del corteo;
ore 10.10, piazza Medaglie d’Oro, intervento di Paolo Bolognesi;
ore 10.25, minuto di silenzio;
ore 10.26, interventi di Virginio Merola e di Laura Boldrini, presidente della Camera;
ore 11, primo binario, deposizione di corone alla targa che ricorda il sacrificio del ferroviere Silver Sirotti nella strage dell’Italicus;
ore 11.15, piazzale Est, partenza treno straordinario per San Benedetto Val di Sambro, deposizione di corone alle lapidi che ricordano le vittime degli attentati ai treni Italicus e 904 Napoli-Milano;
ore 11.15, chiesa di San Benedetto (via Indipendenza 64) santa messa celebrata da monsignor Giovanni Silvagni, vicario generale della Diocesi;
11.40 (piazzale Cotabo, via Stalingrado 65/13), deposizione di corone al monumento in ricordo dei tassisti deceduti il 2 agosto 1980.

 

"Ai nostri piccoli non sappiamo ancora spiegare il perchè" (guarda le immagini della commemorazione)

NE avevo sette, allora: anche adesso ne ho sette perché i bambini morti non diventano grandi. Il poeta turco Nazim Hikmet così dava voce a una piccola vittima di Hiroshima. Parole eterne, come eterno sarà il ricordo della strage di Bologna e delle sue sette brevi vite spezzate dalla bomba. Manuela, Luca, Kai, Eckhardt, Francesco, Sonia e Angela. Quarantanove anni in sette, neanche una vita completa. Davanti alla lapide di pietra depositata nel parco di Villa Torchi, a Corticella ci sono, come sempre, autorità e sopravvissuti.
 

POI COMPAIONO piccoli cartelli, che si aggirano tra i presenti ad altezza bacino, tenuti in mano con orgoglio da altrettanti bambini del quartiere. ‘Via Angela Fresu’, ‘Via Luca Mauri’... In silenzio rispettoso i piccoli sventolano la loro richiesta verso il sindaco Virginio Merola, venuto per ricordare le vittime di quel 2 agosto del 1980. Ogni tanto qualche nonno li accarezza sul capo, con un gesto da benedizione. Le parole del presidente del circolo di Villa Torchi, Emilio Caniato, sono poche e semplicissime: «Se ne sono andati nell’età del ‘perché’ — racconta — Avete presente quando portate i vostri nipoti al parco e loro vi chiedono continuamente il ‘perché’? Ecco, ai nostri piccoli che ci chiedono il ‘perché’ di questa manifestazione a 33 anni di distanza, noi non sappiamo ancora cosa rispondere».
 

SUL PALCO, a fianco della corona di fiori, stanno il sindaco Virginio Merola e il parlamentare del Pd Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione Vittime della strage del 2 agosto 1980. Assieme a loro il vicepresidente del Quartiere Navile, Massimo Peron, la consigliera provinciale del Pd, Edgarda Degli Esposti e il consigliere comunale Pd Claudio Mazzanti. Alle 10,15 suona l’inno di Mameli, annunciato da una tromba. Sono in alta uniforme i tre carabinieri presenti, sempre attenti al ricordo di ogni strage. E davanti una cinquantina di presenti che aspettano da decenni la verità.
 

È Paolo Bolognesi a dare una speranza e uno sprone alla Procura: «L’attentato del 2 agosto è stato preceduto di ben cinque mesi da un depistaggio fatto da uomini dei servizi segreti. Ma oggi, dalle carte dei processi, sappiamo di più. Io credo che mai come adesso arrivare ai mandanti sia possibile: l’importante è che ci si voglia arrivare». «Non possiamo accettare che non si dia risposta alla nostra richiesta di giustizia e verità — afferma invece Merola — abbiamo fatto molti passi avanti in questi 33 anni, chi ha compiuto materialmente la strage è stato condannato. Ma noi vogliamo arrivare ai mandanti».

Saverio Migliari