Bologna, 2 agosto 2013 - Un prolungato applauso della piazza accoglie le prime parole dell’intervento della presidente della camera Laura Boldrini (guarda il video) davanti alla stazione di Bologna per il 33esimo anniversario della strage del 2 agosto 1980. Boldrini ringrazia la piazza, definendosi “commossa” per essere oggi in città.

"Sembra incredible, dopo tanti anni, chiediamo una cosa semplice e non abbiamo ancora una risposta: ci sono gli esecutori, ma mancano i mandanti, i burattinai, gli strateghi che hanno pianificato la carneficina”, accusa la presidente della Camera, secondo cui "senza verità non ci può essere amore per le Istituzioni".

Poi scalda la piazza: “Tra le tante ragioni che hanno portato alla delegittimazione delle Istituzioni credo che ci sia anche l’incapacità di dirci tutto senza veli, di restituire una giustizia completa”. Allora “come si fa ad innamorarsi delle Istituzioni?”, chiede nel suo appassionato intervento, Boldrini. “Bisogna parlare chiaro, tutti potevano essere qui quel giorno, lo dobbiamo ai familiari”.

Ha continuato il suo racconto Boldrini: “Come giovane studentessa marchigiana ero a Bologna alla ricerca di una stanza in affitto per iniziare l’Università. Ricordo perfettamente lo sgomento, il dolore, il senso di smarrimento di tutti. Ci si chiedeva cosa fosse successo. Noi di quella generazione - ha proseguito - eravamo, forse, ancora troppo giovani per comprendere il significato di piazza Fontana, dell’Italicus, di piazza della Loggia. Però - ha continuato - quel 2 agosto fummo trascinati a forza nell’età della consapevolezza. Tre eventi tragici, che ancora oggi sono circondati da ombre e misteri, hanno segnato la nostra vita: il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, la strage di Ustica e la strage di Bologna”.

“Siate sempre scomodi, dobbiamo tutti essere scomodi”: la presidente della Camera spende parole di grande apprezzamento per il lavoro svolto in questi anni dall’associazione dei familiari delle vittime. Ad un certo punto si interrompe per chiamare vicino a se Livia Secci, moglie di Torquato, primo presidente dell’associazione guidata oggi da Paolo Bolognesi. “Veramente vorrei ringraziare l’associazione delle vittime per questo impegno caparbio. Bravi”, scandisce mentre la piazza ricambia con un applauso scrosciante. “Avete convertito il vostro dolore non in odio ma in responsabilità e passione. Sono orgogliosa di essere qui con voi e non ho piu’ paura di questo palco e di questa piazza”, afferma Boldrini che aprendo il suo intervento aveva confessato un certo timore nel dover affrontare un discorso pubblico da un palco cosi’ significativo. Alla fine, dopo la deposizione delle corone di fiori nella sala d’attesa della stazione di Bologna, dove è posta la lapide in ricordo delle 85 vittime e 200 feriti della strage del 2 agosto ‘80, è scattato l’applauso per il presidente della Camera, Laura Boldrini. “Brava Laura”, ha urlato qualcuno, e la gente ha iniziato ad applaudire: poco prima dal palco la Boldrini, appena terminato il suo intervento, aveva ricevuto dalla gente attestati di stima e di affetto e ringraziamenti per le parole usate nel suo discorso.

 

Bolognesi sferza la Procura: "Andreotti è morto e nessuno lo ha interrogato"

Paolo Bolognesi sferza la Procura di Bologna per non aver indagato sui responsabili della strage del 2 agosto 1980 e per non aver interrogato, in quest’ultimo anno alcune persone potenzialmente importanti per ricostruire la verità sull’attentato e sui mandati, come Amos Spiazzi e Giulio Andreotti. Il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage, dal palco in piazzale Medaglie d’oro, apre il suo discorso ricordando i responsabili della strage e dei depistaggi, da Francesco Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini, a Licio Gelli e gli altri funzionari dei servizi che hanno depistato le indagini. Poi afferma: “Dopo le condanne definitive del 1995 e del 2007, non vi è più stato nessun sussulto da parte della Procura di Bologna, nessun tentativo di leggere il loro disegno politico, pur abbastanza trasparente, se letto nel contesto complessivo di tutto il disegno stragista portato avanti dal 12 dicembre 1969”.

Bolognesi ricorda che per arrivare ai “mandanti e ispiratori politici” della strage, “restano soltanto accertamenti da completare, silenzi omertosi da sciogliere e conclusioni da trarre, anche quando non gradite”. Torna poi a ribadire che “la via per arrivare a svelare questi inconfessabili retroscena, la nostra associazione l’ha indicata nelle memorie che abbiamo inviato alla Procura di Bologna”, a cui sono allegati due milioni di pagine di atti digitalizzati di diversi processi sulle stragi d’Italia, da piazza della Loggia e piazza Fontana. A questo punto, Bolognesi lancia una fracciata ai magistrati: “Tra i 400 nomi che avevamo suggerito alla Procura di interrogare vi era quello di Amos Spiazzi”, che “è morto nel novembre dello scorso anno, senza che nessuno lo avesse interrogato”. 

Eppure, nella sua agenda del 1980, afferma Bolognesi, Spiazzi “il giorno 2 agosto, all’ora della strage aveva annotato: ‘Pacco ritirato in posto B’”. Allo stesso modo, prosegue critico il presidente dell’associazione, “è scomparso anche il senatore a vita Giulio Andreotti e nessun magistrato di Bologna ha trovato il tempo di interrogarlo, nonostante il suo nome sia stato fatto da più testimoni del processo di piazza della Loggia come referente del cosidetto Anello, un servizio supersegreto che coordinava elementi dei vari servizi segreti e della malavita”. Ecco dunque l’appello di Bolognesi a magistrati e Istituzioni: “Oggi è possibile svelare e raccontare una storia collettiva sepolta da circa trent’anni di oblio organizzato”. Dalla magistratura, “riteniamo di aspettarci - dice ancora Bolognesi in un altro passaggio - che non mancherà di sgombrare il campo dai cosidetti depistaggi, di cui gli esiti parziali della commissione Mitrokhin sono uno degli esempi ed approfondisca tutto ciò che è utile e necessario dalla rilettura generale del fenomeno terroristico che abbiamo proposto”.

Un’accoglienza come quella che i cittadini di Bologna hanno riservato a Laura Boldrini, non si vedeva da un pezzo, in città, nei confronti dell’autorità di turno arrivata sotto le Due torri per l’anniversario della strage alla stazione del 2 agosto 1980. Ne è molto contento Paolo Bolognesi, presidente della associazione dei familiari delle vittime della strage. Come si spiega un’accoglienza così calorosa? Boldrini “ha toccato una serie di punti che secondo me sono estremamente eccezionali. Poi, con la sua passionalità e la sua sincerità nel modo di esprimersi, ha sicuramente aiutato a fare in modo di far partecipare la folla”, dice Bolognesi al termine delle celebrazioni.E aggiunge: “Io dico che ci voleva, ci dà l’idea di una possibile svolta e questo fa molto piacere”. Per Bolognesi, che pure ricorda che Boldrini è la presidente della Camera e non un ministro, la celebrazione di oggi è stata “una cosa molto bella” e anche le “preoccupazioni sulle contestazioni sono state superate”.

 

 

L'intervento del ministro Delrio

“Non c’è democrazia senza verità e giustizia. La Ragion di stato di questo governo deve essere la ricerca della verità” sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione dei treni di Bologna in cui persero la vita 85 persone e rimasero ferite 200 persone. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, alla cerimonia per l’anniversario in Comune a Bologna. “Resta aperta, grande come una montagna, la domanda sui mandanti - ha spiegato Delrio - è la domanda più oscura, ma non per questo si deve rinunciare” a trovare una risposta. “Non dobbiamo avere paura della verità - ha aggiunto - perché la verità ci rende liberi. La strada della verità va sempre percorsa fino in fondo”.

L’ipotesi di inserire nell’ordinamento giuridico il reato di depistaggio non può ‘’che essere visto con favore dal governo’’, ha detto il ministro in un altro passaggio del suo intervento. "Penso al reato di depistaggio - ha osservato -: credo che questa iniziativa non possa che essere vista con favore dal governo. Condivido l’idea’’, ha concluso, che chi devia indagini di proposito ‘’compia un reato specifico’’.
 

Nel prossimo decreto sicurezza - ha proseguito (guarda il video) - contiamo di inserire il provvedimento sui risarcimenti” alle vittime della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. In poche settimane, al massimo nel giro di qualche mese, risolveremo questo problema. E’ l’impegno che ci prendiamo anche se non si conoscono i contorni precisi. Non possiamo fare promesse che non possono essere mantenute. Noi vogliamo onorare gli impegni che ci prendiamo”.

Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario del Partito Democratico, Guglielmo Epifani, anch'egli presente nel capoluogo emiliano per l'occasione: “Faremo di tutto per venire incontro alle richieste del tutto legittime delle vittime e dei parenti delle vittime”. Un attentato, quello del 2 agosto 1980, che fa parte della lunga lista di “stragi impunite del nostro Paese. Abbiamo due anomalie - afferma Epifani - la lunghezza e la pesantezza del periodo delle stragi, e il fatto che molte di queste sono rimaste senza responsabili. Non siamo riusciti a dare un nome, un cognome e un perché a fatti che hanno colpito cosi’ pesantemente le persone, anche a Bologna”, si rammarica il segretario del Pd.

“Finalmente forse è la volta buona che si riesce a risolvere questo problema dei risarcimenti. Detto da Delrio, poi, è una cosa molto concreta. Sono molto soddisfatto”. A Paolo Bolognesi il discorso del ministro Graziano Delrio è piaciuto molto. “Ottimo”, dice, dopo la cerimonia a Palazzo d’Accursio in cui Delrio ha preso impegni per l’applicazione della legge sui risarcimenti alle vittime.

 

 

Il ricordo in Consiglio comunale

La presenza del ministro Graziano Delrio alla commemorazione per il 33esimo anniversario della strage di Bologna (leggi il programma) rappresenta, dopo quella un anno fa del ministro Anna Maria Cancellieri, rappresenta una “ritrovata sensibilità e attenzione ad una vicenda della storia della nostra Repubblica che richiede di essere chiarita perché si affermi una convinta convivenza civile tra noi italiani”. Così il sindaco di Bologna, Virginio Merola, nell’intervento nella sala del Consiglio comunale (guarda le foto) che ospita “un momento importante delle cerimonie con l’incontro diretto tra l’associazione dei familiari delle vittime e le principali autorità della nostra Repubblica”.


Merola, dunque, intende “ringraziare Delrio per la sua presenza e credo sia molto importante dedicare questo momento ad un confronto di merito”. Le manifestazioni di oggi sono un evento che “continueremo a fare fino a quando non verrà ristabilita quella verità e quella giustizia di cui il Paese ha bisogno”, aggiunge il primo cittadino.
 

“Un grazie particolare, sentito, affettuoso ai familiari delle vittime che anche quest’anno non hanno rinunciato ad esser qui con noi per ricordare il barbaro assassinio di persone innocenti, colpevoli solo di trovarsi in stazione quel 2 agosto del 1980”. Simona Lembi, presidente del Consiglio comunale di Bologna, apre cosi’ l’incontro tra l’associazione dei familiari e le Istituzioni che, come ogni anno, nella sala consiliare di Palazzo D’Accursio apre le celebrazioni per il 33esimo anniversario della strage. La presenza oggi in città del ministro Graziano Delrio e della presidente della Camera, Laura Boldrini, rappresenta “la dimostrazione della vicinanza della Repubblica alla città di Bologna - aggiunge Lembi - la città che più ha sofferto per la violenza terrorismo” eppure non “ha mai chiesto la gogna, bensì verità e giustizia per se stessa e per il Paese”.
 

Arriva la censura per Fabio Filippi, consigliere regionale del Pdl, da parte della presidente dell’Assemblea legislativa, Palma Costi. “Mi dissocio completamente dalle affermazioni di Filippi - afferma Costi, questa mattina a margine della commemorazione in Comune a Bologna - la posizione dell’Assemblea legislativa la esprime il presidente e, in quanto tale, lo ripeto, mi dissocio dalle sue parole sulla strage alla stazione di Bologna e sul presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi”. Filippi ieri aveva messo in dubbio la sentenza (“Non e’ una strage fascista ne di Stato”) e attaccato Bolognesi, sostenendo che non cerca davvero la verità e che “il suo legame con la strage à più politico che reale”.
 

 

Il corteo

Ha sfilato il corteo (guarda le foto e il video), per la commemorazione del 33esimo anniversario della strage di Bologna del 2 agosto 1980: in mano ai familiari delle vittime cartelli con su scritti i nomi dei congiunti, che per un giorno saranno i nomi delle strade di Bologna, di tutte le traverse di via Indipendenza che hanno incrociato i manifestanti lungo il percorso che porta in stazione.

Alla testa del corteo lo striscione “Bologna non dimentica” che ricorda le 85 vittime e i 200 feriti della strage, dietro i gonfaloni dei Comuni, poi i familiari con accanto il presidente dell’associazione 2 agosto, Paolo Bolognesi, con la consueta gerbera bianca e ancora le autorità con il ministro per gli Affari Regionali Delrio al fianco del sindaco di Bologna Virginio Merola. Nei pressi della stazione, il segretario del Partito Democratico, Guglielmo Epifani, appena giunto da Roma, incrocera’ il corteo unendosi alla celebrazione.

 

 

Il pensiero di Napolitano

“A trentatré anni dalla strage che sconvolse la città di Bologna e l’Italia intera, rivolgo il mio pensiero deferente e partecipe ai famigliari delle ottantacinque vittime e ai tanti feriti di quel barbaro attentato terroristico.Il meditato ricordo di quegli anni che hanno insanguinato il Paese non solo costituisce un doveroso e commosso omaggio alle vittime, ma è volto a diffondere e condividere con le giovani generazioni, che non hanno vissuto quelle vicende, consapevolezza storica, sensibilità civica, convinta mobilitazione a tutela dei principi democratici sanciti dalla nostra Costituzione”. Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato al presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna, Paolo Bolognesi.

"Rinnovo pertanto - scrive Napolitano - il mio apprezzamento per l'impegno profuso dall'Associazione da lei presieduta nel promuovere e coltivare una riflessione collettiva su quel periodo sofferto della nostra storia e nell'adoperarsi affinchè venga fatta piena luce sugli aspetti del feroce atto terroristico, non ancora chiariti nonostante la lunga, ma non ancora conclusa, serie di investigazioni e processi. Con questi sentimenti, esprimo a lei, ai feriti e ai famigliari di chi ha perso la vita in quello spietato attentato l'affettuosa, commossa vicinanza mia e dell'intero Paese".

 

 

Il messaggio del presidente del Senato

“In occasione del 33mo anniversario della strage di Bologna, desidero condividere con i familiari il ricordo doloroso di quel lontano 2 agosto, quando una violenza inaudita ha strappato alla vita 85 innocenti”. Così il presidente del Senato, Pietro Grasso, in un messaggio inviato a Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna. “Ricordare è indispensabile - aggiunge il presidente Grasso - affinché si continui a lottare contro l’oblio e contro il terrorismo e affinché si prosegua nella ricerca instancabile della verità storica e processuale. Molti errori sono stati compiuti, troppi depistaggi e ritardi nella ricostruzione dei fatti hanno rischiato di incrinare irreparabilmente il rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni. Ma in questi 33 anni la forza e la determinazione di voi familiari ha fatto sì che la memoria di questa data continui a trasmettere a tutti noi un messaggio forte: non esiste ragione che possa essere anteposta al diritto alla vita e alla giustizia dei cittadini, non si può e non si deve smettere di chiedere verità e giustizia”.


“Sono certo che anche il Parlamento saprà dare il suo contributo, utilizzando ogni strumento possibile per fare luce sulle ombre del nostro passato e continuando a lavorare sul piano legislativo per rendere più efficiente il nostro sistema giudiziario. Con questa intima convinzione - conclude il Presidente Grasso - rinnovo, come cittadino e come Presidente del Senato, la mia vicinanza e il mio affetto alle famiglie colpite, esprimendo il mio più profondo cordoglio per quanti persero la vita in quel tragico evento”.

 

VIDEO Il film della mattinata

VIDEO Gli applausi alla Boldrini

VIDEO Delrio: "Nel prossimo decreto Sicurezza i risarcimenti per i familiari delle vittime"

FOTO Il corteo e piazza Medaglie d'Oro

FOTO Il ricordo in Consiglio comunale

FOTO Il concerto finale in piazza Maggiore