Bologna, 17 agosto 2013 - Un sottile conflitto divide in questi giorni di agosto Bologna e Casalecchio: questione di metri, confini comunali, sacchetti e bidoni. In una parola, spazzatura. Uno scenario che, a suo modo, la dice lunga su quanta strada ci sia ancora da fare perché la logica d’azione metropolitana si trasformi da semplici parole a fatti concreti, non solo tra le istituzioni ma tra gli stessi cittadini. In un territorio dove le linee di confine sono davvero un ricordo del passato bastano uno scarso rispetto delle regole, un po’ di spicciola convenienza e un ingegnoso, e personalistico, senso della giustizia per rendere un problema tutto sommato banale — come e quando smaltire i rifiuti — in una lotta davvero senza quartiere.

Antefatto. Lo scorso 8 aprile a Casalecchio parte, tra proteste e perplessità, la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta, e famiglie e imprese sono da quel momento costrette a smaltire la spazzatura con gli appositi sacchetti, per plastica e carta, e tramite i piccoli bidoni, per indifferenziato e organico: si lasciano sacchetti e bidoni fuori dalla porta in determinati giorni della settimana e Hera passa a ritirarli. Tutto facile a parole, meno nella pratica. Succede infatti che diversi cittadini di Casalecchio fanno fatica a stare al passo del nuovo sistema, e che d’estate tenersi in casa troppo a lungo i rifiuti organici non sia proprio il massimo per igiene e odori.

Così, soprattutto coloro che vivono non lontani dal confine con Bologna, decidono di emigrare verso il capoluogo. Che i bidoni ce li ha ancora, e in bella vista. Basta attraversare la strada, o fare un breve tragitto in auto, e il ‘rusco’ di Casalecchio finisce nei cassonetti di Bologna. Peccato che i bidoni del capoluogo abbiano una capienza, e una frequenza di svuotamento, che non tengono conto delle quantità di immondizia portata dai nuovi ‘clienti’. E così negli ultimi mesi alla Funivia e alla Barca, le zone più a stretto contatto con Casalecchio, cassonetti e semplici cestini in alcuni giorni straboccano di sacchetti di ogni genere, a volte posizionati vicino ai contenitori perché questi sono ormai strapieni. Il problema viene segnalato tanto al Comune quanto a Hera e sulle strade di confine sono immediatamente spedite le guardie ecologiche, che in breve tempo riescono a risalire a una sessantina di casalecchiesi che hanno smaltito i rifiuti a Bologna e staccano altrettanti verbali da 50 euro cadauno.
 

Per qualcuno però non basta. E allora in via Duccio di Boninsegna, zona Barca, un attraversamento pedonale di distanza dalla Croce di Casalecchio, su due cassonetti dell’indifferenziata compare nei giorni scorsi un avviso, con impresso il logo di Hera, che annuncia l’installazione di telecamere che filmano le auto «che da fuori comune di Bologna trasferiscono l’immondizia», minacciando che «le immagini verranno inviate all’ufficio ambiente e alla polizia municipale di Bologna per gli atti susseguenti».

Tutta una bufala: Hera, contattata per spiegazioni, nega che si tratti di una sua iniziativa e nel pomeriggio di ieri provvede a rimuovere i messaggi, probabilmente opera di qualche ingegnoso residente della zona (molto bravo al computer, tra l’altro, perché gli avvisi sembravano davvero autentici), stanco di farsi rubare lo spazio nel cassonetto dai vicini di comune. Insomma, di telecamere nemmeno l’ombra, ma di ‘rusco’, a Casalecchio e dintorni, ne hanno davvero pieni i bidoni.
 

Andrea Zanchi