Bologna, 11 settembre 2013 - Approda sotto le Due Torri la richiesta partita dal consiglio comunale di Venezia di cambiare la nomenclatura dei moduli di iscrizione ai nidi: da ‘madre e padre’ a ‘genitore 1 e genitore 2’. Una proposta che ha innescato immediatamente un dibattito sull’opportunità di riconoscere, con un atto amministrativo, l’istituto di famiglia anche alle unioni omosessuali. A ‘girare’ la richiesta a Merola e la sua giunta, è la consigliera comunale omosex Cathy La Torre (Sel).

«Il 18 settembre si discuterà il mio ordine del giorno in cui chiedo che il Comune si dichiari favorevole all’equal marriage, al riconoscimento delle famiglie anche omogenitoriali e all’introduzione di una legge per contrastare l’omofobia — introduce La Torre —. In quella occasione proporrò una lieve modifica al mio ordine del giorno con la richiesta di aderire alla campagna di Camilla Seibezzi».

A RIZZARE subito le orecchie è l’altro consigliere omosessuale dell’emiciclo di Palazzo d’Accursio, Benedetto Zacchiroli del Pd. «Nella semplicità di queste parole si racchiude la potenza di una rivoluzione, magari piccola, ma necessaria», commentava infatti ‘Zac’ sul suo blog riflettendo sulla proposta della Seibezzi. Ma il democratico vorrebbe evitare, con un odg così ampio come quello proposto dalla La Torre «di fare una lista della spesa, sapendo che così staremo sui giornali un po’ di tempo, il Pd si spaccherà e forse non otterremo il risultato auspicabile», precisa su Facebook.

MA IL DIBATTITO ormai è partito e anche l’assessore provinciale Gabriella Montera si schiera a favore della proposta della Seibezzi. «Oltre alle madri e ai padri esistono genitori affidatari, adottivi, figli di coppie omosessuali — argomenta in un intervento su Internet la responsabile di Palazzo Malvezzi —. Qui c’è l’humus culturale e amministrativo per un’azione diffusa delle autonomie locali, per aggiornare il linguaggio con cui ci rivolgiamo ai cittadini e alle cittadine. Rivediamo a livello metropolitano i nostri modelli standardizzati». Montera propone infine a Palazzo d’Accursio di unirsi «alla rete dei Comuni che sta aderendo alla campagna della consigliera Camilla Seibezzi».

Ovviamente in prima linea nel sostenere queste posizioni è Vincenzo Branà, presidente dell’Arcigay. Sulla sua pagina Facebook, infatti, ieri si è sviluppato questo intenso dibattito (tutto a sinistra, ovviamente) tra i consiglieri eletti nelle varie istituzioni cittadine.

Saverio Migliari