Bologna, 13 settembre 2013 -  I dipendenti della Motori Minarelli di Calderara tornano ad alzare la voce contro i 56 esuberi legati al taglio della produzione decisa dalla proprietà Yamaha: dalle 11 di questa mattina, con trombe e fischietti, nell’ambito di otto ore di sciopero, operai e operaie sono in via San Domenico a Bologna davanti alla sede dell’associazione degli industriali in attesa dell’esito dell’incontro sindacati-azienda.

 

Altri sette giorni di tempo per rendere meno traumatici gli esuberi : il summit sindacati-azienda di oggi nella sede di Unindustria si è concluso come da aspettative, senza accordo. Gli spiragli ci sono, e cioè incentivi alla mobilitàvolontaria e per passare al part time verticale (che fa conservare il posto fisso, però si lavora per sei mesi all’anno) “ma trovare un accordo non è facile per via di alcune rigidità  non positive dell’azienda”, riferisce Vittorio Silingardi, della Fiom-Cgil.
 

 

Lunedì prossimo, in un’assemblea nell’ambito di un nuovo sciopero, i sindacati spiegheranno ai dipendenti lo stato dell’arte “e con loro valuteremo i passi successivi”, spiega sempre il funzionario Fiom. Oggi intanto il tavolo ha prorogato di una settimana il periodo previsto dalla procedura di mobilità per cercare un accordo sindacati-azienda e si è riconvocato per il 23: se anche quel giorno non si trovasse una intesa, allora la vertenza passerebbe in sede istituzionale. “La situazione resta complicata e difficile- dice Marino Mazzini, segretario della Fim- ma cerchiamo di trovare un equilibrio e un accordo perche’ non si arrivi a dei licenziamenti e basta”. Il sindacato poi mette sul piatto anche la richiesta di chiarezza da parte della proprieta’ Yamaha sul mantenimento dei due stabilimenti, delle lavorazioni e dell’assemblaggio a Bologna.

(Dire)