Bologna, 16 settembre 2013 - Oltre cinquecento imprese del territorio e una star d'eccezione: Fico-Eatalyeorld, la Fabbrica italiana contadina che per molti rappresenta il futuro sotto le Due Torri. Farete, la kermesse organizzata da Unindustria per il secondo anno consecutivo ha aperto i battenti al Caab, il mercato ortofrutticolo di via Paolo Canali, puntando quest'anno i suoi riflettori sul mondo agroalimentare, nel quale l'industria emiliana è seconda in Italia.

È uno dei tanti segnali lanciati a Fico, di cui campeggia uno stand che per la prima volta mostra qualche particolare in più del progetto. Farete, però è anche l'assemblea nazionale di Unindustria, ed è infatti proprio ad Alberto Vacchi, presidente degli industriali bolognesi, avviare i lavori con una relazione all'insegna dell'amore per l'Emilia del fare. Una terra che spinge verso la ripresa nonostante il terremoto (qui il primo applauso) e nonostante uno Stato che fa fallire le imprese perché non paga i suoi debiti (il secondo applauso).

"Razionale sarebbe rivolgersi altrove, magari solo pochi chilometri oltre i confini nazionali, in posti dove la burocrazia è più semplice e il fisco meno oppressivo - ha provocato Vacchi - , ma sarebbe la contraddizione più vistosa, rispetto alla nostra missione di imprenditori del territorio".

Da qui lo sprone nei confronti delle istituzioni (in platea il sindaco Virginio Merola, il vicesindaco Silvia Giannini, la presidente della Provincia Beatrice Draghetti e molti assessori), a cui il capo degli industriali chiede che inneschino "un reale spirito di collaborazione" con le istituzioni "partner delle aziende in questo processo". Come? "tornando ancora una volta a essere territorio pilota, capace di innovare e tracciare la strada per le altre realtà gografiche del Paese". E "portando a compimento al più presto la città metropolitana". Per uscire dalla crisi l'associazione degli industriali farà infine la sua parte, simbolica, riducendo "il contributo associativo del 20% tra il 2013 e il 2014, per un totale di 1,6 milioni di euro".

Ed ecco quindi il momento di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly e vero protagonista della giornata. Si parla di Fico, ovviamente, e dell'opportunità che "le imprese bolognesi non possono perdere", partecipando a "un progetto che, se condiviso, ci farà superare i francesi in termini di turismo e gastronomia nel giro di tre anni". E se "il finanziamento al progetto deve essere soltanto privato", ecco tornare le istituzioni. Come? "Indispensabile alla nascita di Fico - spiega Farinetti - sarà collegare il Caab con la città e diventare attrattivi. Attivando la linea ferroviaria già esistente, creando una navetta con l'aeroporto e una serie di collegamenti con la città per far si che i turisti oltre a poter arrivare a Eatalyworld possano poi andare in città, in un sistema virtuoso con il territorio".

Simone Arminio