Bologna, 9 ottobre 2013 - MOTORI spenti e silenzio in fiera: dopo 38 anni, dal 7 al 15 dicembre, non ci sarà il Motor Show. Triste il destino del salone dei motori bolognese, dagli anni delle gare e delle decine di pullman provenienti da Vicenza e Canicattì al suo primo appuntamento cancellato dopo mesi di incertezza. La crisi dell’auto morde dal 2009 e la conseguente fuga delle industrie automobilistiche dalla kermesse era in atto da tempo: lo scorso anno, su 33 marchi, se n’erano visti soltanto 12. E quest’anno? «Neanche uno». È spiazzante la risposta di Giada Michetti, amministratore delegato di Gl Events Italia, che dal 2007 ha rilevato l’evento da Alfredo Cazzola. Biglietti in vendita già da aprile e nessuna marca d’auto partecipante al 15 settembre, eppure il carrozzone ha provato a ripartire lo stesso.

Portando all’estremo una formula che, in realtà, era in atto già da tempo: un evento sempre più show e meno motor. Fino al grado zero del ‘solo show’. «Impossibile – si sfoga Michetti —, ci abbiamo provato ma la verità è che un salone dell’auto senza le auto non si può fare».

Così alle 12 di ieri l’annuncio ufficiale. Un messaggio sobrio, in contemporanea sul sito e sul profilo Facebook della manifestazione: «Cari tutti, vi comunichiamo che la 38° edizione del Motor Show di Bologna è stata annullata. Dal 2007 il mercato dell’auto è calato del 50%».

 

Giada Michetti va più nel dettaglio: «Abbiamo preso in mano il Motor Show quando il nostro Paese era il quarto mercato del mondo nel settore auto. Oggi siamo l’undicesimo». Da qui l’addio dei produttori a Bologna, e lo stop della kermesse. Una decisione presa «per rispetto ai tanti visitatori» che già pochi minuti dopo l’annuncio hanno commentato in centinaia e centinaia con toni dallo scorato all’arrabbiato. «Restituiremo i soldi dei biglietti» assicura Gl Events. Il problema, al momento, non è infatti quello.
 

 

«È CAZZOLA che tratta con Milano, bisognava smuovere le acque per capirlo. È stata l’Unrae (l’associazione delle case automobilistiche estere ndr) ad avvisarmi di aver ricevuto una sua proposta. Cazzola avrà i suoi buoni motivi per fare un dispetto a Bologna — aggiunge — Se lo show delle auto si farà a Milano, non sarà Gl Events, che ha un contratto con la Fiera fino al 2021, a portarcelo».
 

 

«Bologna per 37 anni — prosegue — è stata la patria del salone dell’auto per la sua storia e la sua centralità geografica e se quell’esperienza è finita non è colpa della città ma della crisi del mercato — ragiona — Mi auguro che la Fiera, Gl Events e le aziende della Motor Valley reagiscano compatti ad un’ipotesi milanese che sarebbe un affronto per la città. Se la Fiera, Bologna e Gl decideranno di rispondere, dovranno farsi avanti con il mercato, che per ora ha ricevuto la proposta di Cazzola, ma non la nostra» spiega l’ad.
 

 

DIETRO le parole apparentemente concilianti si cela in realtà un braccio di ferro che dura da mesi tra i francesi e la Fiera, alla quale per contratto è garantito un minimo di 30.000 metri quadrati occupati in occasione del Motor Show o una somma in denaro. Il mercato si è dimezzato, è il ragionamento di Gl, le ultime edizioni sono state difficilissime e abbiamo bisogno di rivedere l’accordo. Tradotto: uno sconto. Campagnoli non ci sente e ha sempre tenuto il punto. Cazzola però avanza e Ginon fa saltare il banco: o si creano le condizioni (la «necessità di fare sistema» di cui parla Michetti) oppure si lascia passare Alfredo.

 

di Simone Arminio