Bologna, 15 ottobre 2013 - L'assessore regionale alla Sanità  Carlo Lusenti scrive la parola fine (almeno sul fronte istituzionale) sulla lettera anonima che denunciava attivita’ irregolari nella radiologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna. Un fatto che non esiste, ripete piu’ volte Lusenti, oggi in conferenza stampa in Regione al fianco del numero uno dell’Ausl di Bologna, Francesco Ripa di Meana, per tirare le somme sulle verifiche a tappeto fatte sul sistema sanitario bolognese (esteso poi a livello regionale), dalle quali “non emerge nessuna anomalia ne’ comportamenti opportunistici”, sentenzia. “Qui i fatti non ci sono e prima di mettere a repentaglio la reputazione del servizio sanitario di questa regione e di questa citta’, paragonandolo a comportamenti truffaldini, bisogna avere i fatti, le prove e bisogna metterci la faccia”.


“Noi non siamo contrari che qualsiasi operatore o cittadino, a conoscenza di fatti specifici, vada in Procura a denunciare - afferma Lusenti- siamo favorevoli perché vogliamo essere completamente trasparenti. Ma la delazione, la lettera anonima e i corvi, in Emilia-Romagna no”.

La lettera in questione “parte da un non fatto”, scandisce Lusenti, ma soprattutto “reca un grave pregiudizio alla reputazione meritata e solida” della sanita’ bolognese. Tant’e’ vero che l’assessore non esclude, in futuro, la strada della richiesta di risarcimento danni per via giudiziaria. “Attendiamo il lavoro della magistratura e siamo a disposizione- afferma Lusenti- quando poi tutte le carte saranno in tavola, valuteremo se da parte della Regione o dell’Ausl sia opportuno intraprendere azioni”. Lusenti ribadisce che quella lettera anonima “non l’abbiamo e supponiamo solo che esista”.

L’Ausl di Bologna, in accordo con la Regione, ha svolto “una verifica straordinaria e molto di dettaglio, puntuale, profonda, a tappeto, su tutto il sistema. E’ stata fatta una Tac a 64 strati” di tutta l’attivita’ in Simil alp dal 2011 a oggi. Un controllo su tutti i fronti: prenotazione ed effetuazione esami; attivita’ e fermi delle macchine, orari e prestazioni erogate, refertazione e tutta la programmazione della Simil Alp.
“Filiere separate che- sottolinea Lusenti- se si volesse forzare il sistema, andrebbero tutte manomesse da una sorta di associazione a delinquere talmente potente che non solo lascerebbe tracce e farebbe suonare i campanelli d’allarme dopo un minuto, ma che perseguirebbe l’obiettivo” di portare a casa “60 euro lordi per un radiologo e 31 euro per un tecnico”, con una “potenza di fuoco che meriterebbe ben altra causa, come manomettere i forzieri della Banca d’Italia”. In poche parole, “non sta in piedi, neppure dal punto di vista logico”.