Bologna, 22 ottobre 2013 -  I nove capigruppo dei gruppi consigliari sono indagati per peculato nell'inchiesta della Procura sulle spese dei gruppi della Regione Emilia-Romagna. Stamattina la Guardia di Finanza è tornata nella sede della Regione, dopo il blitz di un anno fa,  per acquisire ulteriori carte relative alle consulenze di tutti i gruppi.
 

 

Sono indagati i capigruppo di Pdl, Pd, Lega, Idv,  M5S, Udc, Misto, Fds, Sel-Verdi: l'iscrizione è avvenuta nei giorni scorsi perché sono loro ad aver firmato le richieste di spesa fatte dal gruppo e dai singoli consiglieri. Le posizioni sono molto diversificate fra i vari partiti.
 

Ma nessuno ha ricevuto un avviso di garanzia: “Lo imparo da voi”, risponde sorpresa Silvia Noè, capogruppo Udc. Una modalità su cui, invece, Marco Monari, capogruppo Pd, non vuole esprimersi: “Sono sereno - dice invece - spiegheremo nelle sedi opportune ciò che ci viene contestato. Ci siamo sempre attenuti alle regole”. Stessa linea per il collega di gruppo e segretario regionale del partito, Stefano Bonaccini: “Al gruppo sono convinti di aver sempre fatto le cose con correttezza”.

Mauro Manfredini, numero uno della Lega nord, quasi si consola: “Siamo tutti sulla stessa barca”.
Mentre Liana Barbati, capogruppo Idv, precisa: “Una cosa è certa. Noi non abbiamo portato a casa nulla. C’era un regolamento, ed è stato seguito pedissequamente”. Regolamento che poi “è stato reso ancora più stringente. Il nostro gruppo ha 230.000 euro che non ha speso; manco i grillini sono messi cosi’”.
Infine, Monica Donini, della Federazione della sinistra: “Spero che precisino in modo puntuale le contestazioni, in modo da poter renderci conto di quali sono le irregolarità trovate”.

 

I pm Antonella Scandellari e Morena Plazzi, con la supervisione del procuratore Roberto Alfonso e del procuratore aggiunto Valter Giovannini, il 2 ottobre dell'anno scorso avevano acquito una grande mole di documenti nella sede dell'Assemblea legislativa. Voluminoso il lavoro di controllo fatto nei mesi successivi dai finanzieri, con circa 39.000 voci di spesa analizzate.
 

 

Spulciando le carte, sono emerse spese che nulla hanno a che fare con il gruppo (come acquisto di beni per fini privati) e spese sostenute per il partito invece che per il gruppo, come invece prevede la legge.
L'inchiesta è alle fasi finali, ora verranno spulciate anche le ultime carte acquisite oggi, relative ai lavoratori a contratto e alle consulenze, e, con tutta probabilità, finiranno indagati i consiglieri che hanno effettuato le singole spese, poi controfirmate dai capigruppo.

 

Gilberto Dondi