Bologna, 23 ottobre 2013 - Un asciugacapelli, un divano letto e perfino scontrini da 50 centesimi per l’uso dei bagni pubblici: sono queste alcune delle spese quantomeno ‘curiose’ che gli investigatori hanno trovato analizzando i conti dei gruppi consiliari della Regione Emilia-Romagna, su cui pende da oltre un anno un’inchiesta della Procura di Bologna. Inchiesta che ieri ha segnato la novità dell’iscrizione come indagati dei capigruppo di questa legislatura con l’accusa di peculato.


Il lavoro degli inquirenti (i controlli sono affidati alla Guardia di finanza coordinata dalle due pm titolari dell’inchiesta, Morena Plazzi e Antonella Scandellari) e’ sicuramente notevole, vista la mole delle voci di spesa che hanno dovuto analizzare: oltre 33 mila nella sola legislatura 2005-2010, quella presa in esame dall’inchiesta insieme all’attuale.


Tra gli acquisti di viale Aldo Moro, tutti certificati da scontrini, alcuni sono balzati agli occhi perché quantomeno inusuali: un asciugacapelli, un divano letto, bottiglie di vino da oltre 100 euro l’una, salumi, ortofrutta, penne da scrivere tra cui una del valore di 500 euro e pacchetti di caramelle. Addirittura tra le voci rimborsate con i budget dei gruppi anche i 50 centesimi per usufruire dei bagni pubblici.

 

In attesa degli esiti dell'indagine, il palazzo s’interroga su chi ha davvero abusato.


“Di certo non raccontano a noi se hanno comprato i gioielli, ammesso che poi ce ne siano”, chiosa cauto il capogruppo M5s Andrea Defranceschi, anch’egli indagato. “In questa legislatura noi siamo stati qui ma non abbiamo visto niente, quella prima figuriamoci”. Insomma, nemmeno il Movimento 5 stelle e’ in grado di puntare il dito su chi ha fatto spese davvero “pazze”. “Noi - insiste Defrancreschi- siamo gli ultimi a cui vengono a dire cose del genere. Qua è segreto tutto da sempre. Non solo sulle consulenze ma anche sul personale dipendente, anche li’ potrebbe esserci un mondo veramente sconosciuto. Vedi gente al bar, in ascensore e nei corridoi, ma chi sono? Diventa difficile dire cosa fanno realmente. Nessuno sa che cosa e’ in possesso dei vari gruppi, a parte noi. Idem le spese fatte, cene, convegni eccetera. Non si sa assolutamente nulla. Nemmeno noi abbiamo la percezione di cosa possano aver fatto gli altri gruppi”.

Non rientrano nelle spese pazze le cene del gruppo Idv, secondo la capogruppo Liana Barbati. “Ne abbiamo fatte tante di cene, molto spesso erano collegate alle iniziative come momento d’incontro e di riflessione. Ma non le abbiamo mai fatte a base di caviale e champagne, a volte erano in pizzeria - sottolinea - Se guardi la fattura di accorgi che erano di lavoro”. Idem per l’acquisto di fiori. “Per me distribuire le mimose per la festa della donna e’ un atto politico. Se qualcuno invece se li porta a casa...”. Da quello che si racconta negli uffici la Guardia di finanza ha chiesto conto di tutto, ha voluto verificare la presenza di ogni cosa, comprese chiavette usb e tagliacarte. Tutti acquisti che per i capogruppo rientrano nella normale attivita’ degli uffici.


“Ribadisco che sono sereno e che le spese che sono state rendicontate erano in linea con le leggi e i regolamenti regionali in vigore. Conoscendoli penso di poter ritenere che in questo modo si siano mossi anche gli altri colleghi capogruppo”, sottolinea il capogruppo Pd alla Regione Emilia-Romagna, Marco Monari

 

“Qualche pizza c’è scappata, non voglio mica dire di no. Ma eravamo anche autorizzati in base al regolamento che c’era prima. In base alle regole che ci sono oggi siamo senza caffé e senza acqua minerale”, afferma il capogruppo della Lega nord alla Regione Emilia-Romagna, Mauro Manfredini, che chiede ai magistrati di chiudere al piu’ presto l’inchiesta. “Non vediamo l’ora che si concluda questa faccenda. L’accanimento? No, no, non c’e’, dopo tutto quello che e’ successo in altre regioni e’ giusto che sia cosi’, e’ denaro pubblico questo. Ma voglio che si chiuda velocemente per poter dire che non c’entravamo. Paghera’ chi ha fatto”.

 

“Non stiamo parlando di Suv o di gioielli - assicura l’assessore alla Cultura dell’Emilia-Romagna, Massimo Mezzetti, esponente di Sel - Ho visto contestare il fatto che gruppi politici in occasione di funerali istituzionali abbiano pagato coi soldi del gruppo corone di fiori, ma questa e’ una pratica che e’ sempre stata seguita. Prima delle regole del 2012 non era escluso”. Certo che invece “se uno invece si e’ fatto cene, si e’ comprato gioielli e macchine con le spese del gruppo e’ evidente che va perseguito a norma di legge a prescindere” dalle regole pre e post-2012.