Bologna, 30 ottobre 2013 - “È una gioia e un onore venire nella vostra citta’ per essere una di voi”. Questa la dedica che Aung San Suu Kyi ha lasciato sul libro d’onore del Comune di Bologna subito prima di fare il suo ingresso nella sala del Consiglio per ricevere la cittadinanza onoraria. E' stata accolta da un lungo applauso il premio Nobel e leader dell’indipendenza birmana giunta a Palazzo D'Accursio per ricevere la cittadinanza onoraria conferita dal Consiglio nel 2008, quando ancora era agli arresti domiciliari nella sua casa di Rangoon. E' arrivata vestita di bianco e con un fiore dello stesso colore fra i capelli. Tra i cittadini accorsi per celebrare il Nobel per la Pace nel 1991 anche una signora avvolta in una bandiera birmana.

Il premio Nobel si è seduta tra i banchi della giunta accanto al sindaco Virginio Merola. A darle il benvenuto un saluto della presidente del consiglio comunale Simona Lembi.

‘’Il Consiglio comunale di Bologna - era scritto nelle motivazioni per il conferimento della cittadinanza onoraria - riconosce da tempo nella leader birmana Aung San Suu Kyi, Premio Sakharov della Comunita’ Europea per la liberta’ di pensiero nel 1990, Premo Nobel per la pace nel 1991, una delle piu’ straordinarie figure del nostro tempo’’.

Pertanto, era scritto ancora, “anche Bologna, come tante altre comunita’ di tutto il mondo, vuole offrirle, con rispetto e ammirazione, la sua solidarieta’, assegnandole la cittadinanza onoraria della nostra citta’”.

La presenza a Bologna del Premio Nobel per la Pace nel 1991 Aung San Suu Kyi ‘’e’ un evento storico per la città". Cosi’ il sindaco di Bologna, Virginio Merola. ‘’Sono passati cinque anni dalla decisione del Consiglio comunale’’, presa il 15 settembre del 2008, ‘’di concedere la cittadinanza onoraria di Bologna - osserva Merola - lo fece in piena armonia, con il voto unanime’’ dell’assise.

‘’La sua - ha proseguito il sindaco di Bologna - e’ una storia di coraggio e determinazione. Noi continueremo a seguire la sue lotte e i suoi successi con tutto il cuore, con la consapevolezza e l’orgoglio - ha chiosato Merola - di saperla nostra cittadina’’.

’Non saro’ mai sola: la mia lotta per la pace e la liberta’ e’ una lotta condivisa e questa condivisione mi ha dato la forza di andare avanti’’. Queste le parole di Aung San Suu Kyi ricevendo la cittadinanza onoraria felsinea. “Mi sono sempre sentita membro di una grande famiglia”, quella universale, ha osservato, “essere membro di una famiglia e’ meglio che essere importante e potente, essere parte di una famiglia e’ di gran lunga migliore”. Nella mia battaglia, ha proseguito San Suu Kyi, “non mi sono mai sentita sola: quando ho sentito parole sulla mia sofferenza, le ho accolte con grande umilta’, c’e’ tanta gente che ha sofferto e soffre. Ho semplicemente portato avanti la mia battaglia”. Quanto all’Italia, ha sottolineato il Nobel birmano, “il mio amore per l’Italia e’ tangibile e - ha concluso - la vostra testimonianza lo conferma”.

Nella fase conclusiva del discorso ha detto di essere rimasta sorpresa dal sostegno ricevuto da ogni parte del mondo, anche da Paesi inaspettati, in Africa, Russia, Cina e Medio Oriente.
‘’Adesso - ha detto infine- siamo tutti cittadini di una stessa grande citta’’’.
Aung San Suu Kyi ha spiegato anche di non aver mai fatto i nomi individuali dei propri persecutori: ‘’Ognuno ha la possibilita’ di redimersi - ha detto - non deve essere condannato personalmente’’.
Quanto all’attuale situazione nel suo Paese, il nobel ha detto: ‘’Tanti hanno lottato nel silenzio, senza ricompensa o riconoscimenti se non dalla loro coscienza. Io sono stata liberata, ma tanti non lo sono ancora stati. Auspico una democrazia che sia un equilibrio di liberta’ e sicurezza. Non so chi e’ ad averlo detto, ma la questione non e’ tanto quella delle liberta’ di parola, ma quella dopo-la parola’’.

Dopo la cerimonia a Palazzo D'Accursio, il Premio Nobel birmano si è recato all'Alma Mater. Anche qui un lungo applauso ha accompagnato il suo l’ingresso nell’aula magna di Santa Lucia, dove ha ricevuto dalle mani del rettore dell’Alma Mater, Ivano Dionigi, la laurea ad honorem in Filosofia, con rito medievale.

Nella Laudatio, pronunciata dallo stesso Dionigi, San Suu Kyi  viene definita una ‘’leader politica che ha fatto della democrazia e della liberta’ la prima e unica ragione della propria vita, anteponendo la causa del suo popolo alla causa personale, affettiva e familiare. Una testimone - viene sottolineato ancora - della non violenza che, con il suo messaggio e il suo esempio si e’ imposta all’attenzione del mondo intero fino a conseguire il Premio Nobel per la Pace’’.

Quanto alla laurea ad honorem in Filosofia, proposta nel 2000 dal preside della facolta’ di Lettere, Walter Tega e fatta propria dall’allora rettore, Fabio Roversi Monaco, puntualizza la Laudatio, ‘’la riflessione spirituale e politica di Aung San Suu Kyi e’ stata cosi’ alta, decisiva ed esemplare da imporsi all’attenzione non solo delle singole coscienze ma anche della Istituzioni e dei Governi e ha ispirato, da protagonista, anche il mondo della cultura e delle arti, dalla musica al cinema. Questa laurea in Filosofia - viene aggiunto - rende il dovuto merito a chi, come la signora Aung San Suu Kyi, ha fondato la politica sui principi’’. Oltre a ricevere la laurea ad honorem, il Nobel birmano ha aperto il 926esimo anno accademico dell’Alma Mater Studiorum-Universita’ di Bologna.