Bologna, 5 novembre 2013 - Quando parla dell’Italia la chiama “casa mia” e per questo in un primo momento, nonostante le ferite, stentava a credere di aver subito un’aggressione del genere: schiaffi e poi due sprangate, al grido di “Sporco negro, torna a casa tua, brutto merdoso”. Protagonista (suo malgrado) della vicenda è Sourakhata Dioubate, 36 anni tra pochi giorni, nato in Guinea e residente a Pieve di Cento, in provincia di Bologna, da 13 anni.

 

Sposato con una pedagogista italiana e padre di due bambini di otto e nove anni, Dioubate è musicista di professione e direttore, tra le altre attività, del festival “Mama Africa” di Pontremoli. La sua specialità sono le percussioni ma, per quattro o cinque mesi, non potrà suonare: i colpi subiti nell’aggressione gli hanno provocato una frattura alla mano, con prognosi di 25 giorni. Dioubate ha deciso di raccontare l’aggressione alla stampa, affiancato dall’avvocato Alessandro Valenti e da un gruppo di musicisti e docenti che hanno voluto dimostrare la propria solidarietà. L’episodio risale ad una ventina di giorni fa.

Poco prima delle 10 di mattina, il musicista stava rientrando a casa in bicicletta quando è stato investito da un’auto, una Punto, che non si era fermata allo stop. Alla guida un anziano di almeno 70 anni che, anzichè aiutarlo, ha cominciato con gli insulti e poi, visto che Dioubate intendeva aspettare l’arrivo della Polizia municipale, sono partiti gli schiaffi ed infine le sprangate in direzione della testa, inferte con un bastone in metallo con l’impugnatura in legno, lungo quasi mezzo metro, che l’uomo teneva in auto. Tutto si è svolto davanti ad una gelateria e diverse persone hanno assistito alla scena, ma nessuno è intervenuto se non dopo le sprangate. L’anziano a quel punto è ripartito in auto, quasi investendo di nuovo Dioubate, ma è stato identificato e riconosciuto in fotografia.

 

Dioubate, subito dopo l’aggressione, ha segnalato la vicenda ai Carabinieri di Pieve ma solo questa mattina ha presentato denuncia. Per una quindicina di giorni “è rimasto chiuso in casa per uno stato di prostrazione”, spiega l’avvocato Valenti, tra l’altro ex sindaco di San Pietro in Casale. In famiglia “non sapevo cosa raccontare”, racconta il musicista, “ma ai bambini non si può mentire, le cose devono saperle subito”. In quei giorni “ho ricevuto tante chiamate da amici, allievi ed altri artisti- continua Doiubate- ma non rispondevo al telefono”, così come “non volevo uscire di casa e passare davanti a quel bar”. Da quando è in Italia Dioubate non aveva mai subito niente del genere e, dopo l’aggressione, si è trovato a chiedersi “se sto sognando o è una cosa vera”.
 

 

Alla fine, però, il 36enne ha deciso di raccontare tutto non solo ai Carabinieri ma anche pubblicamente: “Non ho paura, perchè so che la vita è una, non due”. Di certo, quando è arrivato il momento di riportare nella denuncia gli insulti subiti, “mi ha fatto male scriverli”. Per quanto riguarda il suo aggressore, “non l’avevo mai conosciuto nè visto” prima di quel giorno, racconta Dioubate. 

 

Secondo la querela presentata, l'anziano dovrà rispondere delle accuse di lesioni colpose (per l’investimento), lesioni volontarie gravi (per le sprangate), percosse (per gli schiaffi), tentate lesioni gravi (per il successivo investimento scampato), minacce e ingiurie. Il tutto, mette in chiaro Valenti, aggravato dalle finalità di discriminazione razziale. L’episodio “nasce all’interno di una cultura che si stenta a credere possa ancora esistere”, dichiara l’avvocato, sottolineando che l’aggressione è avvenuta “con inaudita ferocia”.

 

La situazione “sarebbe potuta degenerare” ulteriormente, evidenzia Valenti, se dopo una prima fase di incertezza una delle persone presenti alla scena non fosse intervenuta urlando all’aggressore di fermarsi, seguita da un postino di passaggio che ha chiesto a Dioubate se volesse chiamare i Carabinieri. Solo a quel punto l’anziano ha deciso di allontanarsi: il musicista si è parato davanti all’auto per no farlo spostare ma, racconta il 36enne, l’uomo ha accelerato di colpo costringendolo ad un balzo di lato per evitare il secondo investimento. “Molte persone ci hanno già assicurato che diranno quello che hanno visto e sentito”, riferisce il legale. Uno dei testimoni, inoltre, ha annotato la targa dell’auto guidata dall’anziano. Vista l’intera dinamica, c’è da chiedersi se anche il primo investimento possa essere stato volontario: “Immaginiamo si tratti di un evento occasionale”, si limita a dire Valenti.
 

 

Al fianco di Dioubate, per la conferenza stampa di stamattina, si sono presentati diversi artisti: tra loro la scrittrice Gabriella Ghermandi, Franco Di Giangirolamo dell’associazione multietnica “Mondo”, i musicisti Paolo Prosperini, Tommaso Ruggero, Marina Raicevic e Guglielmo Pagnozzi, i direttori d’orchestra Sandro Comini e Aurelio Zarrelli, le cantanti Virginia Mancaniello, Vincenza Borrelli, Nagayama Takako e Lorelay Solis. Tutti solidali con Dioubate che, per una certa ironia della sorte, secondo la trazione della Guinea è un “Griot”: una figura, cioè, chiamata a tramanadre la storia alle nuove generazioni e a svolgere il ruolo di paciere nei conflitti sociali.

(Fonte Dire)