Bologna, 15 novembre 2013 - La galassia genitori-figli nell'universo dell'educazione. Visto dalla parte dei papà. A sollevare interessanti questioni sul tema è il libro del giornalista Antonio Polito 'Contro i papà'. L'autore affronta alcuni lati del normale rapporto  tra genitori e figli da "non specialista"  riuscendo a destare il giusto interesse su temi cruciali che riguardano il futuro delle nuove generazioni.

Polito sarà ospite di un incontro dal titolo 'Figli in cerca di padri' che si terrà giovedì 21 novembre alle 21 al cinema Arlecchino di via Lame. La serata sarà condotta dall'ex sottosegretario all'Istruzione Elena Ugolini. Parteciperanno Luisa Leoni Bassani, responsabile educativa delle Scuole del Pellicano ( neuropsichiatra infantile ) e Silvio Cattarina ( Presidente della Comunità terapeutica “L’Imprevisto”).

L' incontro è promosso dal Liceo Malpighi e dalle scuole  Il Pellicano e sarà aperto a tutta la città.

Nella maschera qui sotto potete scriverci i vostri dubbi, le vostre domande o raccontarci le vostre esperienze che saranno discusse nel corso dell'incontro. 

 

Ecco alcuni brani per riflettere:

Il figlio venuto e il figlio voluto   (pp.25-26)

La seconda rivoluzione che ha spogliato i nostri figli del senso di responsabilità è stata paradossalmente proprio quella che ha consegnato alle madri e ai padri il potere di una scelta responsabile: la contraccezione facile. Da quando è comparsa la pillola a regolare maternità e paternità, i figli sono diventati tutti “voluti” (dei “non voluti”, d’altronde, non sappiamo molto, perché tendono a non nascere).
Un figlio “voluto” ha uno status diverso da un figlio “venuto”. Il figlio voluto deve avere tutto ciò per cui è stato voluto. Anzi, è voluto solo se e quando ciò che per lui è stato programmato è diventato possibile. E’ il risultato finale di un processo di accumulazione capitalistica, l’esito di una partita doppia economico-sentimentale, il vaso di cristallo in cui riversare un intero progetto di vita. ovvio che, una volta nato, il figlio voluto si trasformi un una semidivinità (e che anche per questo tenda a restare unico).
Al figlio venuto si do quel che si può, si lascia che se la cavi da solo, l’esistenza per il figlio venuto è più caotica, incerta, belluina, come la vita vera. Il figlio voluto penserà invece che tutto gli sia dovuto.

 

Corsi per genitori (pp. 49-50)

Allevare i figli, educarli e, se il caso, correggerli, forse proprio perché ci abbiamo perso la mano, è insomma diventata materia di accesa speculazione intellettuale, quando non addirittura di insegnamento. Anche in Italia fioriscono i corsi per genitori; ne è un esempio Sostenere la genitorialità, come il titolo del libro a cura della pedagogista Paola Milani, comprensivo di duecento schede nelle quali si risponde ad ogni domanda, dal pannolino alla Playstation. Scuole per genitori perché, spiega la dottoressa, “un figlio è un investimento”, quasi come se fosse un future (cosa che in parte è), e dunque bisogna conoscere il know how e studiarne il marketing, in un vortice di luoghi comuni.

 

Osama Bin Laden (p. 50)

Si capisce quale livello patologico abbia raggiunto lo spaesamento dei genitori della nostra epoca quando si apprende che Osama Bin Laden ha lasciato i figli una sorta di testamento orale in cui li invita a mettere la testa a posto, a fare i bravi ragazzi, a lasciare perdere il Grande Satana e ad andare negli USA per studiare e fare carriera; e soprattutto a non seguire, ripeto, non seguire, le orme del padre.

 

Insegnare è un lavoro (p.54)

Insegnare è un lavoro, è un mestiere, e dei più difficili. Non c’è modo più sicuro per scoprirlo che avere figli. E badate, non solo nel campo della cultura. A me per esempio non è riuscito neanche di insegnare a nuotare: per la stessa ragione, perdevo la pazienza. Per insegnare ci vogliono i fondamentali, una buona tecnica e tanto allenamento. A un dilettante può riuscire, sì, ma solo una tantum.



Investire in educazione (pp. 78-79)
Da pag 78 “ E dunque dovrebbe essere chiaro Che la scelta tra il mattine e l' istruzione  non può essere una soluzione win win, in cui  cioè si vince comunque perché si da' al figlio sia  la casa  sia la laurea. Per  questo se lo stato orientasse il risparmio delle famiglie verso gli studi dei figli investendo sul sistema educativo piuttosto che sull' acquisto di un appartamento, farebbe osa buona e giusta....se sarò costretto a scegliere , come nel film The descendants , io non avrò dubbi : meglio l' educazione che il mattone"