Bologna, 20 novembre 2013 - “Qui non c’è stato nessun Fiorito, perché qui i controlli che in altre Regioni non c’erano sono stati mantenuti”. Se poi il livello di trasparenza sulle spese non e’ considerato sufficiente “tocca a noi fare un passo di più in questo senso”. Parola della capogruppo Pd alla Regione Emilia-Romagna, Anna Pariani, che e’ intervenuta in aula in occasione del dibattito sul Bilancio 2014. Nella discussione pero’ ha fatto irruzione il tema dell’inchiesta sulle spese dei gruppi che da settimane tiene sulla graticola i consiglieri e l’amministrazione di viale Moro.


“Questa Regione ha deciso anche prima del 2010 di tagliare i costi della rappresentanza istituzionale dell’Assemblea, considerando che fosse necessario dare l’esempio rispetto allo stato sociale del paese. La ragione e’ etica - ha sottolineato Pariani- possiamo non aver fatto abbastanza? Chiedo scusa anch’io, ma questa Regione ha fatto”.

Pariani ha risposto indirettamente al collega del gruppo misto Franco Grillini. “E’ giusto rivendicare i meriti di questa Regione, ma dobbiamo scusarci per non essere intervenuti prima”, ha detto Grillini. Ma, sottolinea, “e’ chiaro che ciascuno verra’ giudicato per quello che ha fatto. Se qualcuno ha sbagliato ne risponderà personalmente. Ma dobbiamo poter concludere questa legislatura, c’è chi preme (per il contrario, ndr) ma sarebbe un danno gravissimo”.

Il dibattito, che si era aperto con un intervento dell’ex M5s Giovanni Favia, ha visto ad un certo punto una sorta di sfogo da parte del capogruppo di Sel Gian Guido Naldi. “Possiamo fare a meno delle spese di rappresentanza, possiamo fare a meno anche di altro. Ma e’ imbarazzante essere arrivati al 15 novembre e non sapere quali spese sono corrette o non corrette”, ha detto il vendoliano-  cio’ che mi interessa per difendere il nostro ruolo istituzionale e’ avere rapporti coi cittadini e personale che ci permetta di fare il nostro lavoro”. Naldi a proposito dei dipendenti del gruppo, ha sottolineato il “rapporto fiduciario” col personale.

La consigliera Udc Silvia Noe’ ha fatto invece una proposta precisa: “Bisognerebbe che il nostro operato non venisse misurato esclusivamente ponderandolo al nostro compenso e alle nostre spese”. La casiniana ha quindi presentato un emendamento per introdurre “indicatori e parametri per misurare la produttivita’ di ciascuno di noi” definendo in sostanza “se ci meritiamo quel compenso e quella dotazione del gruppo”.