Bologna, 22 novembre 2013 - Una “spy-pen”, con microfono e telecamera incorporati, per tutelare i poliziotti dalle denunce ‘facili’. Vuole adottarla il Sindacato autonomo di Polizia Sap, che ha deciso di fare partire (non casualmente) da Bologna una campagna nazionale a tutela degli agenti, dopo diversi casi di condanna in circostanze controverse.

 

“L’assurdità- sbotta il numero uno del sindacato Gianni Tonelli- è che si abbia più paura del sistema che dei delinquenti. Se il collega della Banca d’Italia avesse avuto una penna come questa non sarebbe stato trascinato di fronte ad un tribunale”. Il riferimento è ovviamente all’agente condannato per il ferimento della giovane attivista Martina durante la manifestazione del 2011 davanti alla sede bolognese di Bankitalia.
Per questo il sindacato ha avviato una sottoscrizione popolare (banchetti in via D’Azeglio e in via Ugo Bassi fino al 20 dicembre) per raccogliere le diverse migliaia di euro necessarie per la fornitura della “spy-pen” a tutti gli 850 agenti di polizia di Bologna iscritti al Sap e, in seguito, ai 1.800 che operano in Emilia-Romagna. Le penne costano una cinquantina di euro l’una. “Sono certo che la maggior parte delle persone contribuirà”, dice Tonelli, che comunque definisce le penne “una chiara provocazione” anzitutto per sensibilizzare i cittadini sulle condizioni degli agenti.

 

La campagna del Sap è nazionale ma parte da Bologna “perchè in questa regione e in questa città c’è bisogno di riaprire il dialogo con la cittadinanza”, afferma Tonelli alla conferenza stampa tenuta questa mattina dal Sap in un hotel bolognese. “I poliziotti si sentono abbandonati e vittime di pregiudizi ingiustificati. Forse anche da parte nostra- ammette- è stato un errore non mantenere aperto un dialogo con la cittadinanza e non coltivare quel rapporto fiduciario”. Sta di fatto che gli agenti si sentono vulnerabili ai “ti denuncio” (spesso trasformati poi in denunce vere e qualche volta in condanne) di chi viene fermato magari per un semplice controllo di documenti.
 

 

“Alcuni processi che hanno portato a condanne esemplari a nostri colleghi- riferisce Tonelli- sono stati condizionati e noi li riteniamo non responsabili di quanto attribuito. Siccome non abbiamo nulla da temere contro questa situazione vogliamo reagire”. Ed ecco le penne-spia da tenere nel taschino e da attivare al bisogno, perchè oggi “la parola di un pubblico ufficiale è carta straccia”. Ma, assicura ancora il sindacalista, “non siamo manigoldi e nemmeno frustrati che devono abusare della loro posizione”.
 

Fonte Dire