Bologna, 4 dicembre 2013 - “L’enorme dolore provato dopo la sua improvvisa scomparsa purtroppo è stato gravato anche da orribili questioni umane, prima ancora che legali, a causa di incomprensioni tra me e gli eredi di Lucio Dalla, degli estranei entrati in casa di altri per decidere su tutto, dai soldi al patrimonio artistico, escludendo chi c’era prima e contava davvero qualcosa per lui. Non ho intrapreso nessuna azione legale nei confronti dei parenti di Lucio, con i quali non ho nessun rapporto”. Lo dice Marco Alemanno a Oggi in edicola (anche su www.oggi.it), raccontando sia le questioni ereditarie sia la sua vita senza Lucio Dalla, di cui è stato compagno per otto anni, fino al 1° marzo 2012, giorno in cui il cantante bolognese è scomparso.

Alemanno vive ancora a Bologna, ma non più nella casa di Dalla, dividendosi tra teatro e mostre fotografiche. “Ho scelto di rinunciare a combattere per difendere ciò che era mio, e che i signori eredi non riconoscevano tale. Niente mi avrebbe ridato Lucio, né i quadri, né le statue, né i soldi. Oggi non c’è dubbio che, comunque, sono molto più ricco io di loro: ho avuto e avrò sempre dentro di me Lucio, i nostri ricordi, la nostra vita. A loro resta solo il denaro.

Ancora più doloroso poi è stato il ‘tradimento’ di storici collaboratori e amici, o presunti tali, che per convenienza hanno preferito stare dalla parte degli eredi. Una seconda, terza, quarta morte per lui”, dice con delusione e sconforto Alemanno.