Bologna, 12 dicembre2013 - Lo studio di un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze biomediche e neuromotorie dell’Universita’ di Bologna dimostra la possibilità di ripristinare, su uno specifico modello di topo di laboratorio, lo sviluppo del cervello colpito dalla Sindrome di Down attraverso una terapia farmacologica prenatale.

La ricerca, pubblicata sulla rivista di neuroscienze “Brain” è innovativa perché evidenzia, per la prima volta, la possibilita’ di correggere in laboratorio, prima della nascita, le alterazioni cerebrali e le disabilità cognitive causate dalla Sindrome di Down considerate da sempre irreversibili. “Solo la sperimentazione clinica ci potra’ dire, pero’, se la terapia farmacologica, cosi’ efficace in questo modello di topo con Sindrome di Down, potra’ ottenere gli stessi risultati positivi sull’uomo”, precisa Renata Bartesaghi, team leader della ricerca.
 

Alcuni anni fa, i ricercatori dell’Alma Mater hanno iniziato a studiare in topi modificati per replicare molte delle caratteristiche tipiche della Sindrome di Down, la possibilita’ di ripristinare, in esemplari appena nati, il corretto sviluppo cerebrale tramite la somministrazione di fluoxetina, un antidepressivo di largo uso. La ricerca ha avuto un esito positivo e ora gli obiettivi del team bolognese si sono spinti oltre.

A eccezione dei neuroni della regione ippocampica, che si formano in larga misura dopo la nascita, la maggior parte dei neuroni del cervello vengono generati nel feto e, pertanto, il periodo prenatale e’ quello piu’ critico per il normale sviluppo cerebrale. I ricercatori dell’Alma Mater si sono quindi posti un ulteriore quesito: e’ possibile ripristinare significativamente lo sviluppo del cervello, prima della nascita, tramite una terapia farmacologica? Finora non esistevano studi che avessero esplorato questa possibilità.
 

La ricerca dimostra, per la prima volta, come sia possibile ripristinare, in laboratorio, lo sviluppo di tutto il cervello affetto da Sindrome di Down mediante terapia prenatale con fluoxetina.