Bologna, 12 febbraio 2014 - "Mi piaccion le sbarbine. Le sbarbine sono more, la sbarbine sono bionde". In quegli anni la canticchiavamo tutti, sottovoce perché erano versi non molto...impegnati.

Ma c'era poco da contrastare: Roberto Freak Antoni e il rock demenziale degli Skiantos (videodi cui era leader erano travolgenti. Vai a rivedere il video su Youtube e vedi cosa lo correda: immagini coi fumetti del Bambin Gesù che dice alla Madonna: "Tu li conosci gli Skiantos?". E poi i commenti di Arafat o di Khomeini.

Correva l'anno 1977. Il Dams era già famoso in tutt'Italia, Eco era il padre di tutti i creativi con la sua semiotica, quasi un termine da alchimisti, e gli studenti che lo guardavano come il guru di Varanasi. In quegli anni post futuristi, l'ala creativa del Movimento a Bologna era fortissima, come in nessun'altra parte d'Italia. Gli indiani metropolitani, Bifo e gli altri raccolti attorno alla rivista ZUT/Attraverso (un laboratorio di concetti oltre che di grafica) a far da contraltare semantico al "Cerchio di gesso", impegnato, impegnatissimo. Da Zut nacque appunto il movimento trasversale; essere "trasversali" negli anni successivi divenne una parola d'ordine.

Perché a Bologna il Movimento era già oltre. Oltre il Muro di Berlino, oltre i carri armati di Praga. E non fu un caso che proprio qui nacque poco dopo la rivista "Alfabeta" (ancora Eco e quelli del '63) che, nell'editoriale del primo numero, scriveva: vogliamo andare oltre le ideologie. Quasi una bestemmia nel 1980.

Anni duri, di terrorismo, di trenta politico e di espropri proletari. In questi anni si fece conoscere PAZ Pazienza Andrea, il grande fumettaro. Erano quelli delle canne (e dell'eroina) che si contrapponevano per stile e movimentismo ("la fantasia al potere") ai duri e puri della Quarta Internazionale e dei maoisti. Quelli di Lotta Continua e di Democrazia Proletaria erano praticamente guardati con sospetto, quasi come revisionisti. Ma anche fra questi Prima Linea e le Brigate Rosse venivano a pescare. Quando contattavano il compagno giusto per fargli fare il salto, li vedevi che parlavano in disparte e col piede lo toccavano per dirgli "stai attento che arriva uno".

I movimentisti invece erano quelli che, tra una manifestazione e l'altra, facevano la fila in mensa accompagnati dalla Banda Osiris. File di trenta, quaranta minuti per salire al primo piano di via Zamboni. In attesa di un piatto di minestra c'era la Banda a rallegrarci. E Roberto nelle cantina a sgolarsi, a lanciare le sue battute micidiali (è sua "la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo"). A regalarci qualche ora di serenità in un'epoca in cui, da ridere, c'era ben poco.

Massimo Gagliardi

 

LA NOTIZIA E' morto Freak Antoni, leader degli Skiantos

FOTO Una vita da urlo