Bologna, 28 febbraio 2014 - Gianni Morandi contro Enzino Iacchetti. Non si tratta di una gara musicale o di una sfida a suon di battute in tv, ma di uno scontro vero e proprio che avviene oggi in tribunale, dove Morandi (all’anagrafe Gian Luigi) ha citato per danni Iacchetti, accusandolo di diffamazione e chiedendogli un risarcimento astronomico: 1,1 milioni di euro. Oggi pomeriggio i due, salvo imprevisti dell’ultimo minuto, si troveranno faccia a faccia davanti alla terza sezione civile del Tribunale per essere sentiti dal giudice che tenterà una conciliazione. (Foto: Gianni Morandi arriva in tribunale)
 

La vicenda risale al 2012 e all’epoca ebbe vasta eco sui giornali, ma finora ne era rimasto segreto lo strascico giudiziario. Quell’anno Morandi era il conduttore e, assieme a Gianmarco Mazzi (cofirmatario della citazione in cui chiede 600mila euro), organizzatore del Festival di Sanremo e la coppia aveva ideato un nuovo meccanismo per selezionare parte dei cantanti in gara nella sezione giovani.

Un meccanismo ‘social’, perché gli artisti dovevano mettere i loro brani inediti su Facebook e gli utenti dovevano votare il giovane da mandare al Festival. All’esito della gara, chiamata appunto Sanremo Social, Iacchetti reagì in modo veemente, pubblicando su Facebook parole di fuoco: «Caro Gianni Morandi, sei proprio un ignorante di musica dei giorni nostri, sei rimasto alla Fisarmonica».

Secondo Enzino, non erano stati scelti i più meritevoli, ma quelli che avevano le case discografiche alle spalle. Sanremo Social era cioè «una porcata». «Gianni Morandi — concludeva —, siete schiavi delle majors. E’ già tutto stabilito. Ma vaff.... Il tuo ex amico Enzo Iacchetti».


Apriti cielo, polemiche a non finire sul web e sui giornali. Morandi e Mazzi respinsero con sdegno le accuse, parlando di procedura limpida e trasparente. Peraltro, nell’atto di citazione sottolineano che il figlio di Iacchetti, Martino, aveva partecipato all’altro concorso per i giovani, Area Sanremo, ed era stato escluso, facendo pensare a uno sfogo del padre non disinteressato.


Morandi e Mazzi, tramite gli avvocati Andrea Govi, Umberto De Luca e Vittore D’Acquarone, lamentano un danno morale e materiale, sottolineando che la Rai non rinnovò loro i contratti. Iacchetti, tramite i legali Fabio Chiarini ed Enrico Grillo, replica di aver esercitato un legittimo diritto di critica, seppur con espressioni popolari proprie della satira, per tutelare i giovani che avevano speso soldi in clip e video per una selezione già decisa in partenza. Parola ora al giudice.

 

di Gilberto Dondi