Bologna, 6 marzo 2014 - «POSSIAMO dire che è stata una giornata fortunata perché, nel disastro, non si è fatto male nessuno». Gianni Morandi è uno dei proprietari delle abitazioni e terreni sulla sponda sinistra del torrente Zena, che ieri si è mangiato il ponte di collegamento con la strada provinciale. «Proprio non ce lo aspettavamo — spiega —. Anche questa mattina (ieri, ndr) io e mia moglie siamo passati tranquillamente per portare i ragazzi a scuola. Ieri sera (martedì, ndr) eravamo anche andati a vedere perché il fiume saliva e volevamo controllare se fosse caduto qualche albero che ostruiva il corso. A volte lo Zena si gonfia ma l’ultima volta è esondato una ventina di anni fa, poco prima che ci andassimo ad abitare noi. Poi erano stati fatti dei lavori».

«Il ponte — ricorda il cantante — era stato costruito dal precedente proprietario della nostra casa: una parte a fine Anni ’50 e l’altra nel 1974. Quest’ultima ha retto, mentre l’altra no, evidentemente l’acqua ha scavato sotto. Ora a casa riusciamo ad arrivarci comunque, ma facendo un giro più largo». Morandi è comunque sollevato dal fatto che nessuno si sia fatto male: «Lì c’erano il vicino Enzo Dozza e il nostro giardiniere Serghei: erano fermi proprio per controllare l’acqua e una quercia che rischiava di cadere, ma per una coincidenza fortunata uno era sceso dal mezzo e l’altro ha fatto in tempo a saltare dalla jeep».

Enrico Barbetti

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