Bologna, 8 marzo 2014 - LA PROCURA ha aperto un’inchiesta sull’occupazione di un palazzo in via Mario de Maria (FOTO), alla Bolognina, durante la quale uno dei due proprietari dello stabile ha raccontato di essere stato picchiato. Il fascicolo ipotizza il reato di invasione di terreni o edifici e, dopo la denuncia del proprietario finito all’ospedale, si aggiungeranno anche i reati di lesioni e percosse. Per ora l’inchiesta è contro ignoti, ma la Digos ha già ricevuto la delega per identificare gli autori del blitz, avvenuto l’altro giorno alle 8, e del (presunto) pestaggio. Non appena saranno individuati, saranno tutti indagati. L’occupazione è stata compiuta da attivisti di Social Log, gruppo riconducibile al centro sociale Crash, e da alcune famiglie senza casa.

LA LINEA della Procura è da tempo molto dura sulle occupazioni. «Seguendo l’orientamento della Corte di Cassazione — spiega l’aggiunto Valter Giovannini — la Procura, ricorrendone i presupposti, richiede caso per caso al gip il sequestro preventivo dell’immobile, eseguendolo poi attraverso la restituzione al legittimo proprietario». Uno sgombero per via giudiziaria.

ALTRO tema caldo in tema di antagonismo e ordine pubblico è quello di piazza Verdi. L’altro giorno sono stati eseguiti 12 divieti di dimora ai danni di otto esponenti del collettivo studentesco Cua, tre di Asia-Rdb e uno del Tpo. Le accuse sono a vario titolo resistenza, lesioni, rapina e danneggiamento per i fatti del 23 e 27 maggio 2013, quando gli scontri culminarono con la «cacciata» di polizia e carabinieri dalla piazza da parte dei manifestanti, il cui numero era sproporzionatamente superiore a quello delle forze dell’ordine.

Fra i dodici allontanati, c’è anche Andrea Ceccoli, 25 anni, uno dei recordman in fatto di denunce a carico, che però non è lo studente che mise il cartello-gogna al collo del rettore Ivano Dionigi nel 2012, come erroneamente riportato ieri dal nostro giornale. L’autore del gesto fu invece Luca Bertocci, 21 anni, pure lui allontanato dal giudice Bruno Perla. Martedì si terranno gli interrogatori di garanzia e tutti hanno intenzione di rispondere, come annuncia l’avvocato Marina Prosperi, che ne difende 9. «I provvedimenti — dice il legale — non appaiono né tempestivi né conformi a quanto accaduto in piazza. Manca l’antenfatto, cioè l’attacco della polizia ai manifestanti, i quali non fecero altro che difendersi. Quanto alla rapina del ‘tonfa’, se a un carabiniere scivola un manganello non è che c’è il reato di rapina».

GIOVEDÌ quasi nessun politico ha commentato i divieti di dimora, ieri, invece, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, bolognese doc, ha cinguettato su twitter: «Bene i magistrati e le forze dell’ordine, fuori i violenti da Bologna!». A seguire, il segretario cittadino del Pd, Raffaele Donini: «Disagio sociale e lotta politica non possono mai giustificare la violenza. I provvedimenti si devono intendere come l’affermazione dello Stato di diritto».

Gilberto Dondi

Gilberto Dondi