Bologna, 13 marzo 2014 - Non ci sono i soldi per il progetto di bike sharing a Bologna, quindi l’idea e’ archiviata, anche se il Comune “e’ aperto a idee e alternative”, che possano riaprire la strada al piano e che, pero’, non contemplino un esborso di risorse pubbliche. Lo ammette oggi, in commissione a Palazzo D’Accursio, l’assessore alla Mobilita’, Andrea Colombo, rispondendo alle sollecitazioni della capogruppo di sel, Cathy La Torre, che chiede all’amministrazione “di dire alla citta’ che il progetto non si fara’, visto che non ci sono fondi e che quell’iniziativa, annunciata in pompa magna parlando di uno stanziamento di tre milioni di euro, non si puo’ piu’ avviare”.

Ma per rendere appetibile una citta’ dal punto di vista del turismo, rincara la vendoliana, “bisogna anche pensare a questo servizio, non basta un city branding, perche’ chi arriva qui dovrebbe avere la possibilita’ di usufuire di biciclette per vedere Bologna”. Oggi, le risponde Colombo, “mancano i fondi pubblici, e’ evidente a tutti che in tre anni e’ cambiato il mondo”, tuttavia “se ci sono proposte alternative noi siamo disponibili a parlarne”. Il fatto e’ che “gestire una sola bici costa 2.000 euro all’anno; che con le tariffe non si copre che il 15% delle spese; e che i fondi europei non sono erogati ne’ per la gestione ne’ per la manutenzione di questi mezzi”. Il bike sharing, aggiunge l’assessore, e’ come il trasporto pubblico, “quindi in perdita e per gestirlo ci vuole una integrazione tra sponsor, fondi pubblici e tariffe”.

La Torre propone due idee: un’istruttoria pubblica sulla mobilita’, anche quella sostenibile (sulla quale c’e’ subito il ‘si’’ di Massimo Bugani dell’M5s) e la creazione di una velostazione, magari vicina alla stazione dei treni, dove chi arriva possa noleggiare e parcheggiare le bici, “come accade in tante citta’, dove il servizio si e’ mostrato sostenibile pure da un punto di vista economico”. Daniele Carella (Fi), suggerisce invece di usare come parcheggi per le due ruote alcuni degli “innumerevoli spazi pubblici inutilizzati non affittabili e non vendibili, che cosi’ potrebbero diventare ricoveri al coperto per le due ruote, dato che le rastrelliere mancano e la gente e’ obbligata ad attaccare i mezzi ai pali”.

Colombo non chiude la porta alle proposte e ricorda che l’amministrazione e’ disponibile a offire i suoi spazi, ma “devono essere presidiati” e dunque “serve un contributo di privati e associazioni per la gestione dei servizi”, proprio perche’ il Comune e’ in una situazione economica non particolarmente florida. Sempre l’assessore in commissione rende noti alcuni dati sulla ciclabilita’ a Bologna. Nel 2004 c’erano 60 chilometri di piste ciclabili, salite a 105 nel 2013 e a questi se ne aggiungeranno 11 chilometri tra il 2014 e il 2015. Questi, aggiunti ai percorsi naturalistici e alle corsie preferenziali bus piu’ bici, fanno un saldo di 157 chilometri.

Una risposta alla crescita del flusso delle bici, che in cinque anni e’ cresciuto del 34% e oggi vede il 10% degli spostamenti quotidiani sulle due ruote a pedali. Quanto alla lotta ai furti, Colombo ricorda che al parcheggio Tanari si puo’ ‘marchiare’ la propria bici con cinque euro, come hanno gia’ fatto 2.000 persone. C’e’ poi il progetto Rivaldone, che rimuove quelle abbandonate: 4.500 in dieci anni.

(Dire)