Bologna, 16 marzo 2014 - PESTATO a sangue e sfigurato a suon di calci e pugni per aver rimproverato il solito furbetto che tentava di saltare la fila. E’ un gravissimo episodio di violenza quello accaduto l’altra notte al Cassero, dove un giovane di 28 anni, laureato in Sociologia, è stato aggredito a tradimento dal ‘branco’ capeggiato da un altro ragazzo con cui aveva avuto un diverbio all’entrata perché quest’ultimo voleva saltare la fila al guardaroba. La vittima del pestaggio ha riportato la frattura multipla della mandibola e ora è ricoverata in prognosi riservata al Bellaria, dove è stata trasferita dal Maggiore per eseguire un complesso intervento al reparto maxillo-facciale. L’operazione stata effettuata ieri sera.

LA CRONACA dell’agguato è agghiacciante e quello che più stupisce è che nessuno, compreso il personale del locale, ha pensato di chiamare nell’immediatezza dei fatti la polizia, che perciò non è intervenuta sul posto. Ecco come si sono svolti i fatti, secondo il racconto del giovane pestato e dei suoi amici. Il gruppo, composto da maschi e femmine, arriva al Cassero verso l’una. Si mettono in fila per prendere lo scontrino per bere (la fila è la stessa del guardaroba) e il ventottenne nota un ragazzo che tenta di passare avanti. Allora gli ha dice di aspettare il suo turno e l’altro, per tutta risposta, lo invita fuori per fare a botte. Il giovane, che è in compagnia anche della fidanzata, rifiuta e la questione sembra finita lì.

Nulla di più sbagliato. Il furbetto della fila non ci pensa neppure a lasciar perdere. Un’ora dopo scatta l’agguato a tradimento. Mentre il ventottenne è in pista a ballare con gli amici, sotto la consolle, l’altro gli piomba addosso di sorpresa e lo colpisce al volto con un pugno che lo fa piombare a terra. Poi arrivano altri due che, assieme al primo, colpiscono il malcapitato con violenti e ripetuti calci alla testa.

UN’AMICA del ventottenne cerca di mettersi in mezzo, si attacca all’aggressore, ma è troppo esile per opporre un valido ostacolo. Il pestaggio dura per alcuni interminabili minuti finché non intervengono i buttafuori. Il giovane pestato è una maschera di sangue, la mandibola è ‘girata’, i denti davanti non si vedono più (forse ne ha persi alcuni, si saprà solo dopo l’intervento). Gli amici lo portano fuori e chiamano l’ambulanza, che arriva e lo porta al Maggiore.

A quel punto gli amici aspettano le forze dell’ordine, pensando che le abbia chiamate il locale. Non è così. Sono dopo almeno 30-45 minuti un amico chiama i carabinieri, che gli passano la polizia per competenza territoriale. L’aggressione è però finita, e i protagonisti già lontani, dunque l’invito è a sporgere denuncia in questura. La security del locale, che successivamente ha a sua volta avvisato la polizia, avrebbe identificato il primo aggressore. L’indomani la madre del ventottenne contatta le forze dell’ordine e partono le indagini. Parecchio tempo dopo i fatti.

Gilberto Dondi

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