Bologna, 20 marzo 2014 - «L’ORDINANZA comunale mi sta uccidendo». Ecco perché Antonio Latorraca, 55 anni, originario di Matera, ha denunciato per istigazione al suicidio il sindaco Virginio Merola, la presidente del consiglio comunale Simona Lembi e l’ex assessore al commercio Nadia Monti. Lui ha una pizzeria-rosticceria nella tormentatissima via Petroni, al civico 27, nel cuore della cittadella universitaria. E da due anni a questa parte l’unica cosa che fa è «accumulare debiti su debiti».

Perché? Semplice: «Con il restringimento degli orari, dobbiamo chiudere alle 20,30, rinunciando al 70% dell’incasso». Il problema è che il mutuo di casa e il finanziamento per l’attività Latorraca li aveva chiesti quando ancora si poteva lavorare senza limiti d’orario. «Oggi sono inseguito e perseguitato da Equitalia e Inps», e anche la proprietaria dell’immobile ha bussato alla sua porta dopo l’ennesimo affitto non pagato. Per questa serie di debiti che si accavallano, il commerciante ha perso la serenità e ha cominciato ad avere problemi di salute, certificati. «Ormai sono mesi e mesi che non riesco a dormire — confessa —. Solo negli ultimi tre mesi ho creato un nuovo debito di 20mila euro».

LA SITUAZIONE economica ha sconvolto anche la sua vita privata, ovviamente: «Ho perso l’armonia in casa. Mia figlia, che va all’università, non se la sente più di chiedermi i soldi per studiare, vedendomi così». In tre anni la sua vita è precipitata, portandolo persino a «pensare al suicidio più volte». E così l’ultima reazione, extrema ratio di un disperato, è stata proprio la denuncia per istigazione al suicidio. I bersagli sono il sindaco e la presidente del consiglio comunale, oltre all’assessore competente (ora è Matteo Lepore, ma al tempo dell’ordinanza era Nadia Monti). A complicare ancora di più la situazione di Latorraca è l’impossibilità di liberarsi di questa attività che ormai è diventata solo generatrice di debiti. «Io volevo andarmene da questa zona, perché avevo già capito che tirava una brutta aria — racconta —, così ho trovato un compratore». Concordato il prezzo e fissato l’appuntamento dal notaio, arriva il novembre del 2011. E proprio una settimana prima della firma entra in vigore l’ordinanza. «Ovviamente il compratore ha rinunciato», dice sconsolato.

IL COMMERCIANTE ci prova un’altra volta a vendere la licenza, pochi mesi dopo. È appena entrato in vigore il decreto Monti sulle liberalizzazioni, che ha annullato l’ordinanza del sindaco. Orari di nuovo liberi. «Ma anche quella volta — racconta —, una volta fissato l’appuntamento dal notaio, è sopraggiunta la nuova ordinanza e non se n’è fatto più niente». E quindi, anche volendo, è impossibile spostarsi dalla zona e tentare fortuna altrove perché «il valore commerciale adesso è zero».

Saverio Migliari