Bologna, 21 marzo 2014 -  Era il 16 ottobre quando un gruppo di attivisti dell’aula occupata di via Zamboni 38, a Bologna, ‘cacciò’ due auto dei Carabinieri a forza di calci, pugni e bottigliate sui mezzi. Oggi i responsabili di quell’episodio sono stati individuati e denunciati. Quattro di loro, tutti esponenti del Cua, sono tra i 12 che il 6 marzo hanno ricevuto il divieto di dimora per gli scontri in piazza Verdi del maggio scorso.

I fatti accadono verso le 22 del 16 ottobre, quando un’auto dei Carabinieri, in zona universitaria, nota tre ragazzi, di cui due con le mascherine bianche di Anonymous, che scrivono slogan no Tav sui muri. I due Carabinieri, un uomo e una donna, si avvicinano e i tre fanno per scappare, rifugiandosi al civico 38 di via Zamboni, dove e’ in corso una festa. I due militari, che nel frattempo hanno chiamato i rinforzi, chiedono ai ragazzi che stazionano fuori di invitare i ragazzi con le maschere a uscire. “Adesso le vedrete le maschere”, e’ la risposta.

I due Carabinieri decidono di tornare in auto, probabilmente intuendo che la situazione si sta surriscaldando e nel mentre vengono raggiunti da un’altra pattuglia. Ma subito vengono attorniati da diverse decine di attivisti che cominciano a tirare calci, pugni e qualche bottigliata sulle auto, urlando “via, via la Polizia”.

A fatica, in retromarcia, i due mezzi riescono ad allontanarsi: i quattro Carabinieri non reagiscono alle provocazioni, solo la giovane militare riesce a recuperare il suo cappello che le era stato sottratto. Uno dei Carabinieri ha filmato tutto col proprio cellulare, video fondamentale per le identificazioni. I nove sono stati denunciati per oltraggio, resistenza a pubblico ufficiale, minacce e danneggiamento. Si complimenta coi Carabinieri il procuratore aggiunto Valter Giovannini: “E’ un’ulteriore prova che a Bologna non esistono zone sottratte alla legalita’”.