Bologna, 24 marzo 2014 - “Ha infierito rabbiosamente e con particolare efferatezza sulla vittima fino a massacrarla manifestando assenza completa di ogni sentimento di pietà e di compassione”. E' quanto scritto nel capo di imputazione dell’avviso di fine indagine che il Pm Gabriella Tavano ha inviato al compagno di Silvia Caramazza, il 35enne sardo Giulio Caria. L'uomo è accusato dell’omicidio della donna il cui corpo è stato trovato in un congelatore a pozzetto nell’appartamento dove viveva a Bologna, il 27 giugno.

Caria risponderà del delitto aggravato da stalking, dall'aver agito con crudeltà e dall'occultamento di cadavere. Contestate anche le minacce a testimoni con lettere spedite dal carcere - dove tutt’ora si trova - e il furto di bancomat e carta di credito della convivente.

“Siamo di fronte ad un processo necessariamente indiziario, nel quale però non si sono valorizzati aspetti fondamentali come la mancanza del movente, dell’arma e della data certa della morte”. E’ la valutazione del legale che assiste Giulio Caria, avvocato Savino Lupo, al quale nei giorni scorsi è stato notificato l’avviso di fine indagine per l’omicidio di Silvia Caramazza. “E’ un processo particolarmente delicato - ha aggiunto il penalista - e saranno di certo necessari ulteriori approfondimenti”.

“Nei prossimi giorni - ha detto - avrò certamente occasione di confrontarmi con il collega avvocato Agostinangelo Marras, mio codifensore, e in tale occasione concerteremo un’adeguata strategia difensiva, valutando l’opportunità di mettere a disposizione del Pm i risultati delle attività investigative fino ad oggi svolte, di effettuare nuove indagini o di richiederne ulteriori all’autorità procedente, nell’interesse del nostro assistito”. “Farò copia degli atti - si è limitato a dire l’avvocato Marras - e insieme al mio assistito valuteremo il da farsi”.