Bologna, 25 marzo 2014 - Cominciamo con un quiz: cosa hanno in comune il nobile Gennaro di Borbone, lo chef dell’imperatore giapponese, il finto telefonista del Partito comunista combattente, il sindaco di Pantelleria, l’oste Rino Senatore, l’inviato di guerra svizzero Michel Upmann e il superiore generale dell’Opera San Michele Arcangelo di via de’ Monari? Semplice, sono esattamente la stessa persona. Gennaro Senatore detto Rino, nato ad Aarau, in Svizzera, il 24 agosto 1969, oggi indossa un abito clericale e si firma padre Michel Upmann. È scomunicato dalla Chiesa cattolica, ma detiene la carica di superiore generale dell’ordine religioso di cui la Diocesi ha invitato i fedeli a diffidare.

In effetti, il passato di Senatore non l’aiuta: sta scontando, affidato in prova ai servizi sociali, una condanna a tre anni in seguito alle vicende che nella primavera 2007 tennero col fiato sospeso tutta Bologna e non solo.

Una raffica di lettere minatorie firmate Partito comunista combattente fece tremare i rappresentanti delle istituzioni e il sindaco Cofferati, anche perché sotto casa del suo portavoce Massimo Gibelli vennero incendiate due auto e il gesto, con una telefonata anonima al Carlino, fu rivendicato proprio dal sedicente Pcc. In realtà, si scoprì ai primi di novembre, dietro lo stillicidio di allarmi non c’era una cellula terroristica, ma solo il risentimento di Rino Senatore, all’epoca titolare dell’osteria ‘Naso & Gola’ di via Portanova, indispettito dalle sanzioni dei vigili.

OGGI, lo ‘Zelig’ Senatore ha scontato circa metà della pena e, spiega l’avvocato difensore Antonio Petroncini, «si sta comportando molto bene». Allora, dalle indagini emerse che l’oste amava ‘colorare’ le sue relazioni sociali con racconti particolarmente creativi: ad esempio, si qualificava come chef della casa imperiale giapponese e annunciava il menù preparato per il banchetto di nozze fra il principe delle Asturie, erede al trono di Spagna, e Letizia Ortiz, precisando di essere parente del primo e aggiungendo al suo cognome la parola Bourbon. Poi, l’arresto del novembre 2007, le prime pagine dei giornali e il lento ritorno nell’ombra.

IN QUESTI sette lunghi anni lontano dai riflettori deve essere maturata la conversione. Ma il percorso seguito da Senatore per arrivare alla consacrazione è stato tortuoso ed è transitato per lo pseudonimo di Michel Upmann e la qualifica di giornalista investigativo e inviato di guerra, autore del libro La Chiesa cattolica e la massoneria. Ecco la biografia dell’autore: «Michel Upmann, svizzero, da 25 anni in Italia, giornalista investigativo, corrispondente di guerra, esperto in simbolismo satanico-massonico. Cattolico praticante, papista, consacrato, autore di diversi studi sulla massoneria. Fa parte di una organizzazione delicatissima che è al servizio della Santa Sede, in una sfida continua verso il nemico numero uno della Chiesa Cattolica: la massoneria». Upmann (l’inviato speciale, s’intende) l’11 febbraio 2011 viene addirittura ferito da un colpo d’arma da fuoco nell’inferno del Cairo ed è lui stesso, naturalmente, a far circolare la notizia in rete. Del resto, fare il giornalista investigativo è un mestiere pericoloso. E quel proiettile vagante non sa di avere ferito pure uno chef, un sindaco, un oste, un nobile spagnolo e, infine, un prete.

Enrico Barbetti