Bologna, 31 marzo 2014 - Pil quest’anno al +1% (+1,5% la stima sul 2015) contro il -1,5% del 2013; importazioni al +2,8% (+4,7%) contro il +2,1%; export al +2,6% (+5,4%) contro il +2,3%; consumi privati al +0,4% (+1%) contro il -2,2%; investimenti lordi fissi al +1,8% (+3,4%) contro il -2,9%. Questi i numeri che, secondo Unioncamere e Confindustria, fanno parlare di “primi segnali di moderato ottimismo” per il tessuto economico in Emilia-Romagna.

Nel rapporto sul consuntivo 2013 (quarto trimestre) e previsioni 2014 della congiuntura industriale, illustrato stamane nella sede di Unioncamere a Bologna insieme con Intesa Sanpaolo, emerge che il fronte caldo resta quello dell’occupazione (il 2014 peggiora il 2013), che l’anno scorso si è chiuso con un calo della produzione e del fatturato del 2,8%, che le esportazioni accelerano nell’ultimo trimestre del 3,9% (+1,8% nell’anno) ma anche che le imprese che esportano sono poche: 22.000 in tutto, di cui solo 9.000 in modo continuativo. Mentre il credito a famiglie e imprese resta debole ma il gruppo Intesa Sanpaolo si dice pronto a finanziare gli investimenti, ad arrancare e’ sempre il lavoro.

In regione il tasso di disoccupazione nel 2013 è triplicato rispetto al 2008 e avrebbe fatto di peggio senza l’ampio ricorso agli ammortizzatori: ora si attesta sull’8,5% (12,2% in Italia), e nel 2014 si preannuncia in salita all’8,8% (-0,4% la variazione degli occupati), contro il 7,1% dell’anno precedente (10,7%). Tra 2012 e 2013 ci sono 31.227 occupati in meno (-478.472 a livello nazionale) di cui 13.000 nel solo settore manifatturiero.

L’industria manifatturiera nel 2013 segna un -2,6% di imprese attive rispetto all’anno precedente pari a -1.166 unità; male i settori del legno-mobili (-4,5%), ceramica (-4,1%) e meccanica (-3,8%), tiene l’alimentare con un +0,9%. Considerando gli scenari di crescita 2014 sui singoli comparti, le costruzioni passano dal -5,3% del 2013 al -0,1% (1,7% nel 2015); l’agricoltura dal -0,3% al -0,7% (+1% nel 2015); l’industria in senso stretto dal -1,3% al +1,5% (+1,2%); commercio, alberghiero e ristorazione dal -3,4% al -1% (0%); i servizi dal -0,7% al +1,2% (+1,8%).

Venendo al credito alle imprese, l’analisi di Intesa Sanpaolo lo riporta in calo nel 2013 in media del 4,3% (-4,6% in Italia) con una flessione notevole nel settore delle costruzioni, pari al -12,9% a fine 2013. I prestiti alle famiglie calano in modo piu’ moderato: nell’ultimo trimestre si passa pero’ al -1,3% rispetto al -0,5% dei 9 mesi precedenti, ma in regione la media annua (-0,7% sul 2012) si e’ rilevata piu’ contenuta rispetto al dato nazionale (-0,9%).

Continua a deteriorasi la qualità dei prestiti bancari: in Emilia-Romagna il tasso di ingresso in sofferenza delle imprese è salito a metà anno al 4% fino al 4,4% a settembre 2013. Il credito poco di qualita’ ha trainato l’aumento del tasso di decadimento del complesso della clientela bancaria, che ha superato il 3,5% per il settore non finanziario a settembre 2013. Tutte le province dell’Emilia-Romagna hanno chiuso il 2013 in negativo, tra il -4% e il -5%. Agli estremi si confermano Parma (-8,2%) e Ravenna (-0,5%). Anche i prestiti alle famiglie risultano in flessione nelle province: soffrono meno Parma e Forli’-Cesena (-0,4%), accusano il colpo Ferrara, Reggio Emilia e Piacenza, tutte oltre il -2%.

Fonte Dire