Bologna, 31 marzo 2014 – Tutti assolti perché il fatto non sussiste. Si conclude il processo a carico dei 21 anarchici del circolo "Fuoriluogo" iniziato il 15 marzo 2013. Per 14 di loro il Pm Morena Plazzi aveva chiesto condanne fino a 4 anni per associazione a delinquere, non contestando più però la finalità eversiva con cui erano andati a processo.

Oltre ad assolvere tutti gli imputati, il collegio del tribunale ha dichiarato l’immediata cessazione della misura cautelare di divieto di dimora a Bologna cui era sottoposta Calore. Quindi la confisca e la distruzione di coltelli, bastoni, fionde, fumogeni e petardi sequestrati nelle indagini; il dissequestro e la restituzione di documentazione cartacea e digitale sottoposta a vincolo e di altro materiale sequestrato.

La decisione del giudice Rita Zaccariello è arrivata oggi pomeriggio ed è stata accolta da applausi e grida di gioia degli imputati e di una cinquantina di anarchici che hanno seguito le fasi dell'udienza. Gli anarchici si sono poi diretti verso la vicina piazza Maggiore (foto), dove era in corso un presidio di solidarietà nei loro confronti con un centinaio di persone.

"ll Tribunale - ha detto il procuratore aggiunto di Bologna e delegato ai rapporti con la stampa, Valter Giovannini - ha ritenuto insufficienti gli elementi d'accusa prodotti, del resto il reato di associazione a delinquere ha una struttura giuridica assai complessa. La Procura - ha spiegato il pm - ragionerà sul da farsi dopo avere letto le motivazioni. Che nessuno però interpreti la sentenza come una liberatoria generale: è stata dichiarata insussistente l'ipotesi associativa - ha precisato ancora Giovannini - tutti gli altri processi e le altre indagini per comportamenti dei singoli proseguiranno. Ringraziamo comunque la Digos - ha concluso - per lo straordinario impegno profuso in questa difficile indagine".

“Sono molto soddisfatto. La formula ‘perché il fatto non sussiste’, la stessa che avevo richiesto - ha detto l’avvocato Ettore Grenci, difensore di alcuni degli anarchici processati - ha un significato particolare perché riguarda la libertà di esprimere il proprio pensiero attraverso l’associazione”. L’avvocato, poi, replicando alle domande dei cronisti ha sottolineato che “il dato di fatto è che il circolo Fuoriluogo è stato chiuso ed un gruppo di persone è stato disgregato”. Grenci ha, infine, quantificato i costi complessivi di questa vicenda giudiziaria (intercettazioni telefoniche, ambientali ed altro) in “circa 300mila euro”.

 

Occupato lo stabile in via Paglietta

Appena finito il processo, gli anarchici di Fuoriluogo si sono diretti in via Paglietta per occupare lo stabile che e’ stato per anni la sede storica degli anarchici. A riferire l’episodio e’ Ilaria Giorgetti, presidente del Quartiere Santo Stefano, che e’ accorsa sul posto, allarmata “dalle tante telefonate di residenti che hanno pure ricevuto minacce”. Per Giorgetti “e’ sconcertante permettere queste cose. Il sindaco Virginio Merola deve intervenire, e chiedo che anche la Questura faccia qualcosa”. Anche perche’, ricorda Giorgetti, “nello stesso palazzo c’e’ una scuola media. Questo atto e’ uno sfotto’ alle Forze dell’ordine”, chiude la presidente di Quartiere.