Bologna, 3 aprile 2014 - STIPATI in piccole gabbiette, con lo sguardo smarrito, strappati alle loro mamme dopo pochi mesi dalla nascita quando ancora il loro sistema immunitario non era in grado di proteggerli. Così viaggiavano a bordo di un camion sull’autostrada Bologna-Padova, all’altezza di Malalbergo, i 220 cuccioli di razze di pregio (foto). Un normale controllo, ieri mattina, della Polstrada di Altedo in collaborazione con il comando centrale di Bologna, ha portato scoprire un traffico di cani. Gli animali sono stati tutti sequestrati e verranno affidati alle amorevoli cure dell’ Ente Italiano Tutela Animali e Lupo, e in alcuni casi anche di privati.

I cuccioli erano stati caricati su un camion bianco guidato da un autista napoletano. Dalla bolla di  accompagnamento si è scoperto che provenivano dall’Ungheria e dovevano arrivare ad Aversa nel Napoletano e, in totale, erano stati pagati all’allevamento nell’Est Europa circa 22mila euro, ma, essendo di razza, potevano essere rivenduti a circa 800 – 1000 euro cadauno.

SI PARLA quindi di un valore complessivo di oltre 100mila euro. A bordo del camion c’erano tutte le razze pregiate: mastino napoletano, bulldog francese e inglese, chiuaua, pinceer, yorkshire terrier, alani, spitz, cavalier king, husky, labrador, akita inu, jack russel e maltese. I documenti erano quasi tutti contraffatti: vaccini, registrazione con il chip erano stati fatti nello stesso giorno quando ci vorrebbero una ventina di giorni fra una procedura e l’altra. Dai controlli dei veterinari del servizio dell’Ausl di Bologna è emerso che i cagnolini in alcuni casi non avevano neanche quattro mesi. Secondo la legge, prima delle 16 settimane i cuccioli non possono essere commercializzati per evitare che vangano strappati troppo presto alla madre.

L’azienda, che trasportava i duecento adorabili cuccioli e ha la sede legale a Napoli, subirà, assieme all’autista, una denuncia per maltrattamento di animali e per traffico illecito e introduzione illecita di animali da compagnia. Considerata l’entità del sequestro è facile presupporre che i destinatari finali potessero essere non solo i negozi del capoluogo campano, ma anche quelli di altre città dall’Emilia alla città partenopea.

Matteo Radogna